L'anno nuovo inizia con una bella notizia per tutti quei ricercatori e docenti che hanno subìto una ingiustizia ad un concorso universitario in giro per gli atenei italiani, ma anche per tutti quei cittadini che intendono denunciare i soprusi per cambiare le sorti di questo martoriato paese in cui la meritocrazia non esiste e la legalità troppo spesso latita.
Questo comunicato rappresenta una sorta di vademecum, le istruzioni per l'uso per ribaltare l'esito di un concorso irregolare. Con ricorso, sentenze e denuncia pubblica-mediatica.
E’ un comunicato che racconta meglio, con qualche retroscena, la lunga battaglia del medico tenace, l’amico e collega Luca Cegolon, che ha lottato con le unghie e con i denti per avere il posto toltogli ingiustamente.
Battuto al concorso bandito dall'Ateneo di Trieste da una persona che non aveva i requisiti per partecipare al bando, il medico non ci sta. Fa ricorso prima al Tar, ma l’ateneo non esegue. Viene pubblicato un articolo sul giornale locale “Il Piccolo” di Trieste che rende nota la sua storia fuori dagli addetti ai lavori. L’ateneo, alla richiesta di eseguire la sentenza, in tutta risposta, scrive una nota a firma del Direttore Generale nella quale sostiene che i tribunali possono fare tutte le sentenze che vogliono ma non contano nulla perché a decidere sarà comunque il dipartimento.
Nel frattempo il coraggiosissimo Cegolon (siamo giunti nel giugno 2019), si iscrive a Trasparenza e Merito. L'Università che vogliamo. L’Associazione fornisce appoggio al collega e divulga a livello nazionale la vicenda, con un comunicato. Successivamente intanto l’appello della controparte viene respinto anche dal Consiglio di Stato che conferma la sentenza del Tar Friuli Venezia Giulia, con buona pace dell’Università.
Ed ora veniamo alla parte più recente e più interessante (a proposito del tema: istruzioni per l’uso) in cui cambia felicemente l’esito di situazioni simili finite purtroppo diversamente.
A questo punto, viene resa pubblica in un post la nota dell'ateneo (con omissis, per la privacy), suscitando lo scandalo di tanti cittadini e colleghi sui social.
La vicenda rimbalza così sulle pagine del “Corriere della Sera”, con Gian Antonio Stella che elogiando il coraggio del medico e menzionando il lavoro meritorio della nostra Associazione, titola un più che ironico articolo dal titolo “Atenei, sentenze e follie burocratiche: ottenere verdetti a favore non basta”.
Ecco, cari amici, per fortuna a volte non è così. Infatti, a seguito delle due sentenze perentorie dei giudici e del clamore pubblico suscitato dall’Associazione e dal “Corriere”, alla fine l’ateneo di Trieste ha deciso di deporre le armi, con l’importantissimo decreto rettorale dell’11 gennaio 2021, nel quale viene estromessa finalmente dalla graduatoria la vincitrice illegittima, e in cui si legge che l’ateneo intende “dare avvio al procedimento inteso alla chiamata del Dott. Cegolon al ruolo di ricercatore in Igiene generale e Statistica medica”.
Dunque alla fine il medico ricercatore vince il posto che gli spettava.
L’anno nuovo inizia, cari amici, con una bella vittoria costruita tutti insieme, in direzione dell’Università che vogliamo. Il consiglio dell’Associazione è quello di fare esattamente come ha fatto Luca, seguendo tutti i passaggi de manuale del perfetto iscritto. Ogni mossa può essere esiziale infatti.
I nostri complimenti per il coraggio e la caparbietà vanno al collega, insieme ad un grande in bocca per il suo futuro di medico e ricercatore.
Ad maiora!
Leggi la sentenza del Tar Friuli Venezia Giulia del 14 aprile 2020
Leggi la sentenza del Consiglio di Stato del 4 dicembre 2020
Leggi il decreto del rettore di Trieste del 11 gennaio 2021
Leggi l'articolo de "La Tribuna" del 16 gennaio 2021
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