Sono finiti i tempi in cui gli atenei non sono più tenuti a dare conto e pubblicità del proprio operato. La rivoluzione messa in moto da "Trasparenza e Merito" inizia a dare i suoi frutti, gradualmente, progressivamente.
I candidati (quelli non predeterminati a vincere) iniziano a prendere informazioni dettagliate sui bandi di concorso e sui regolamenti di ateneo, fanno l’accesso agli atti dei verbali nelle procedure di valutazione, consultano esperti avvocati di diritto amministrativo e penale, e se sussistono gli elementi , ricorrono e denunciano senza più alcun timore reverenziale. Questo accade oggi nelle procedure di reclutamento universitario e le continue e crescenti segnalazioni che riceviamo quotidianamente ne sono una lampante testimonianza.
A dimostrazione di ciò rendiamo noto che un nostro iscritto, recentemente, come riporta un articolo del "Tirreno" del 29 gennaio dal titolo "Università, carriere e veleni: ateneo di Pisa, candidato si sceglie i commissari chiamati a decidere la sua promozione", ha ottenuto l’ennesimo annullamento in autotutela di una procedura di concorso da parte di un ateneo. Si tratta, appunto, dell’ateneo di Pisa.
Oggetto del contenzioso: un posto di professore di I fascia del Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (SSD ICAR/14, settore concorsuale 08/D1).
Scrive il rettore Mencarella nel decreto di annullamento, dopo aver ricevuto varie segnalazioni, tra cui una lettera dei colleghi dell'Osservatorio indipendente sui concorsi universitari: “il motivo di contestazione connesso al lamentato mancato rispetto di quanto disposto dal Piano Nazionale Anticorruzione – Sezione Università (delibera n. 1208 del 22 novembre 2017), recepito dall’Atto di indirizzo MIUR n. 39 del 14 maggio 2018 (…) non pare accoglibile vista la natura delle disposizioni e l’autonomia costituzionalmente riconosciuta alle università; risulta invece accoglibile la censura connessa al conflitto di interessi derivante dalla partecipazione del candidato (…) di cui poi è stata proposta la chiamata (…) infatti, la presenza del candidato nella seduta del Consiglio di Dipartimento del 20 giugno 2019 doveva essere evitata nel rispetto delle disposizioni dello Statuto (articolo 51) e del Codice Etico (articolo 13) dell’Ateneo. Per tali motivi, il Consiglio di Amministrazione (...) ha ritenuto sussistenti i presupposti per un’azione in autotutela da parte degli organi dell’Amministrazione, al fine di garantire il rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e trasparenza a cui deve essere ispirata l’Azione amministrativa, deliberando di non dar corso alla proposta di chiamata e rinviandomi gli atti per l’adozione dei conseguenti provvedimenti in autotutela.”.
Indovinate chi c'era in commissione? Ebbene sì - avete indovinato - proprio lei Miss 12 concorsi, come ricorderete in almeno tre nostri comunicati!
L'intervento del Rettore ha evitato che fosse legittimato tale vizio quando il Consiglio di Dipartimento aveva già disposto l'approvazione della procedura di chiamata del candidato interessato, all'unanimità e senza alcuna motivazione.
Problema risolto dunque? No, nemmeno per idea. Conosciamo i nostri polli.
Il decreto di annullamento, infatti, non riconosce alcuna legittimità al Piano Anac e non contiene alcuna indicazione relativa alla rinnovazione della medesima procedura.
Per questa ragione, Tra-Me, nell’interesse di tutti i suoi iscritti, a supporto delle finalità prevista dallo statuto dell'associazione, anche a nome del collega che ha iniziato, a ragione, il contenzioso, avendone tutti gli elementi, diffida l’ateneo di Pisa e chiede:
in virtù dell’annullamento della procedura, di poter formalmente conoscere le modalità e la tempistica previste per la rinnovazione della medesima, e in particolare, i termini relativi alla rinnovata nomina della commissione giudicatrice in diversa composizione, la comunicazione ufficiale della prevista conclusione del procedimento stesso entro 30 giorni dal provvedimento in autotutela, secondo gli obblighi sanciti dalla vigente legge 241/1990, e la comunicazione pubblica sul sito istituzionale dell’ateneo di Pisa.
In caso contrario Tra-Me sostiene, appoggia e invita il collega a procedere alla tutela e salvaguardia dei propri legittimi diritti con l’espresso avvertimento che l’eventuale mancata esecuzione costituisce comportamento omissivo, censurabile ai sensi e per gli effetti dell’art. 328 c.p., e comporta l’avvio di un esposto in procura. Peraltro già in un precedente simile caso la condotta materiale di un altro dipartimento, nella fattispecie quello di Linguistica, fu censurato dal Tar Toscana che ha inviò in sentenza gli atti alla Procura, come ricordato in un altro nostro comunicato.
A questo punto Tra-Me, contestualmente, diffida il MIUR affinché svolga la sua funzione di controllo e garanzia a tutela degli interessi dei cittadini nei concorsi universitari pubblici, in particolare in tema di regole anti-corruzione. Nello specifico, l’associazione ha inviato oggi una formale lettera al Ministero, e in copia all'Anac e alla Procura di Roma, con il seguente contenuto:
“L’Associazione “Trasparenza e Merito – L’Università che vogliamo”, in persona del suo legale rappresentante pro-tempore, dott. Giambattista Scirè,
PREMESSO che con proprio provvedimento prot. n. 14753 del 14 maggio 2018 il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca ha adotta un Atto di Indirizzo ai sensi del combinato disposto dell’art. 4, comma 1, lett. a) del D.Lgs: 165/2001 e dell’art. 1, comma 2, della Legge 168/1989 contente numerose disposizioni in ordine alle procedure di reclutamento dei docenti e ricercatori universitari, nonché ulteriori disposizioni riguardanti la prevenzione della corruzione nell’ambito dell’Università. Tale Atto di Indirizzo rappresenta l’aggiornamento per l’anno 2017 del Piano Nazionale Anticorruzione adottato ai sensi della Legge 190/2012;
CONSIDERATO che a tutt’oggi le prescrizioni contenute nel suddetto Atto di Indirizzo paiono essere ignorate da larga parte degli Atenei italiani, in virtù di una interpretazione “elusiva” del dettato della legge, secondo la quale le suddette disposizioni non assumerebbero il carattere di “norme imperative” per gli Atenei, bensì quello di mere “raccomandazioni”;
CONSIDERATO altresì che una recente Sentenza (4/2020) del TAR Abruzzo (Sez. di Pescara) ha stabilito che in applicazione delle norme di cui alla legge 190/2012, i Regolamenti universitari non conformi all’Atto d’Indirizzo di cui sopra sono irrimediabilmente viziati per violazione di legge e devono, pertanto, essere disapplicati dal giudice amministrativo, sancendo, altresì, l’obbligo per gli Atenei di adeguarsi a quanto contenuto nel Piano Nazionale Anticorruzione
INVITA
il Ministro pro-tempore, nell’esercizio dei propri poteri di vigilanza e controllo, a tutela dell’unità dell’ordinamento, del buon andamento e imparzialità dell'amministrazione, ad adottare ogni opportuno provvedimento volto a rendere conformi a quanto contenuto nel Piano Nazionale Anticorruzione – entro un congruo termine comunque non superiore a 60 giorni – i Regolamenti universitari degli Atenei sul reclutamento dei docenti e dei ricercatori, e nelle more, rendere pubblico sul sito del Ministero l'elenco degli Atenei che non si sono adeguati, avvertendoli che decorso infruttuosamente il perentorio termine di cui sopra, il medesimo Ministro procederà alla nomina di un apposito Commissario.
Copia della presente viene inviata, per conoscenza all’Autorità Nazionale Anticorruzione e al Procuratore della Repubblica di Roma per le eventuali valutazioni di rispettiva competenza.
Roma, 31 gennaio 2020."
Buona rivoluzione sul reclutamento universitario a tutti!
Leggi la lettera di diffida di Tra-ME inviata al MIUR del 29 gennaio 2020
Leggi l'articolo integrale su "Il Tirreno" del 29 gennaio 2020
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