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Inaugurazione A.A.2020-2021 UniCT: lettera di TRA-ME al Presidente del Parlamento Europeo Sassoli

Lettera al Presidente del Parlamento Europeo - David Maria Sassoli


Illustre Presidente,

apprendiamo della Sua partecipazione all'evento che sarà trasmesso in streaming venerdì 12 febbraio alle ore 12 in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2020-2021 dell'Università degli studi di Catania.

In questi mesi le pagine dei giornali e i servizi televisivi hanno documentato il pesantissimo contenuto, sul piano della mancanza di etica pubblica, delle intercettazioni telefoniche e la conseguente spregiudicata condotta materiale nelle valutazioni ai concorsi universitari di un gran numero di docenti dell'Ateneo catanese. L'indagine condotta per quasi due anni dalla Digos e dalla Procura di Catania, denominata “Università bandita” ha fortemente scosso l'opinione pubblica.

In questi giorni, al Tribunale di Catania, si stanno svolgendo le fasi preliminari del processo che coinvolge l'Ateneo dal quale l'Istituzione Europea da Lei rappresentata è stato invitata a portare un saluto. Il processo penale è a carico di 10 professori (di cui 2 ex rettori, un prorettore, i direttori dei dipartimenti) e coinvolge altri 45 docenti che saranno processati separatamente.

I 10 professori sono imputati del reato previsto dall’art. 416 c.p. “poiché si associavano tra loro allo scopo di commettere più delitti di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art. 353 bis c.p.) con i quali orientavano il reclutamento del personale docente e non dell’Università degli studi di Catania” e di ulteriori reati contro la Pubblica Amministrazione (la violazione dei principi di buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione, statuiti dell’art. 97 della Costituzione, e delle prescrizioni contenute nel Codice di comportamento dei dipendenti pubblici), quali abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater c.p.), corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.), falso ideologico e materiale (artt. 476 e 479 c.p.).

Stupisce ed indigna la mancata costituzione, almeno fino ad oggi, dell’Ateneo catanese, benché incluso come parte offesa dalla Procura, a fronte anche della gravità dei reati che emergerebbero dai mezzi di prova a carico dei professori: in tal modo l'Ateneo rinunciato a dare quel segnale di discontinuità necessario, anzi dovuto, a una istituzione universitaria pubblica e sana, che dovrebbe solidarizzare con le vittime delle ingiustizie e degli abusi (docenti che sono in servizio nello stesso Ateneo). Come se non bastasse alcuni degli imputati al processo permangono in posizioni di vertice nell'Ateneo e potrebbero essere coinvolti nell'evento al quale Lei parteciperà. Sì.

Le Università, in quanto istituzioni dedicate all’educazione del capitale umano, assumono un’importanza sempre più vitale per la competitività scientifica globale, lo sviluppo culturale e socio-economico dei paesi europei, e sono tenute a dare esempio di etica pubblica e di correttezza morale. Occorre assicurare all’Alta istruzione, formazione e ricerca i più alti livelli di standard qualitativi e non livellarli verso il basso attraverso un sistema di reclutamento fondato non sulla competenza e il merito, cioè sulla reale valutazione comparativa dei titoli e delle pubblicazioni, bensì sulla cooptazione e sullo scambio di favori, dove ogni concorso appare già scritto e predeterminato nel suo esito, come le risultanze dell'inchiesta penale, purtroppo, stanno a dimostrare.

L’Associazione “Trasparenza e Merito. L'Università che vogliamo”, operante a livello nazionale con oltre 630 iscritti e punto di riferimento per tutti quei ricercatori e docenti che intendano reagire ai gravi episodi di “mala università” e di corruzione accademica, La invita pertanto a chiedere al Rettore pro tempore dell'Università, durante il Suo intervento programmato, un'azione concreta e inequivocabile di discontinuità rispetto ai deplorevoli atti compiuti – durante la precedente gestione - dai vertici dell'Ateneo. Diversi elementi strutturali documentati in alcuni studi scientifici - ad esempio un recente studio della nostra Associazione pubblicato su “The Lancet” (vol. 396, August 1 2020) -, concorrono a rappresentare, più in generale, il sistema accademico italiano come un sistema gerarchico, conformista, non aperto, non trasparente e non competitivo, con barriere all’ingresso per gli “esterni” rispetto agli “interni” presenti nei dipartimenti che bandiscono i posti. Il reclutamento e la progressione di carriera, come dimostra plasticamente l'inchiesta della Procura di Catania, non premiano il reale valore in campo dei candidati ma la fedeltà e il rispetto delle regole “di appartenenza” che una gerarchia malata impone. A questo proposito La invitiamo gentilmente a delineare, nel Suo intervento, cosa intenda fare il Parlamento Europeo per vigilare su queste problematiche che differenziano il nostro sistema di valutazione e di reclutamento universitario rispetto ai sistemi più avanzati di altri paesi, in modo da uniformarlo ad essi, in particolare in vista dell'attribuzione delle importanti risorse finanziarie, dal punto di vista comunitario europeo, messe recentemente a disposizione.


Catania, 10 febbraio 2021


L'Associazione Trasparenza e Merito. L'Università che vogliamo



Leggi la lettera inviata via PEC al Presidente Sassoli - 10 febbraio 2021



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