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Commissione Cultura fa dietro-front e toglie la profilatura:vittoria di TRA-ME ma battaglia continua

Aggiornamento: 2 ago 2021

Dopo lo scioglimento dell'Osservatorio indipendente e dopo il "forcing" pubblico (i due comunicati di Trasparenza e Merito che hanno denunciato il grave regalo fatto ai baroni e chiesto un emendamento al testo sul reclutamento universitario - che trovate nei link in fondo), a seguito dei contatti privati avviati nei confronti di una serie di personalità di Camera e Senato (trasversali a tutte le forze politiche), la Commissione Cultura alla Camera fa dietro-front e accoglie la richiesta di emendare e cancellare dal testo il passaggio sul "profilo scientifico" specifico che si sarebbe voluto inserire nel bando del pubblico concorso universitario, falsando la comparazione, discriminando i candidati e facendo, appunto, un enorme regalo alle clientele accademiche e ai baronati degli atenei.

In un articolo di "Repubblica" dal titolo "Università: arriva la riforma. Ed è scontro sui concorsi" si mettono in evidenza alcuni passaggi interessanti. Il testo, licenziato in commissione, sarà discusso alla Camera la prossima settimana.

Il Movimento Cinquestelle, con Melicchio, il relatore del testo, ha fatto sapere che non era sua intenzione fare un regalo ai baroni con la profilatura dei concorsi. Bene, meglio così.

Lo staff della Ministra Messa ha fatto a sua volta sapere: "Il ministero vuole commissioni esterne alle università, anche straniere, e allargare alle macro aree vuol dire allargare il numero dei candidati che possono partecipare. Il contrario dell'accusa". Benissimo, meglio così.

Tutte le forze politiche dell'arco parlamentare, dalla sinistra alla destra, passando per il centro, hanno tenuto a far sapere: "Bisogna andare nella direzione indicata dall'Autorità anticorruzione: vogliamo prevenire il fenomeno dei concorsi pilotati e del reclutamento per cooptazione, mettere al centro la trasparenza dei sistemi di selezione e, quindi, il merito dei ricercatori". Più che benissimo, verrebbe da dire. E allora se questi sono gli obiettivi comuni, di cosa stiamo parlando? Perché tutta questa fibrillazione? Noi purtroppo, per esperienze personali e dirette di questi ultimi anni, nutriamo qualche serio dubbio sulla reale volontà delle forze politiche di togliere la mammella al poppante (prosciuga fondi pubblici) dell'Accademia. Ma speriamo di essere smentiti nei fatti, lo vedremo presto.

L'articolo di Repubblica riporta poi la dichiarazione del presidente e responsabile scientifico di TRA-ME, Giambattista Scirè:

"Bene la cancellazione della profilatura, ma è solo un primo passo. La discussione ora si sposta al Senato. Occorre inserire altri importanti correttivi, a partire dal concorso nazionale con commissioni realmente sorteggiate. Gli atenei, come tutte le altre pubbliche amministrazioni, devono rendere pubblici sui loro siti tutti gli atti e i verbali delle procedure di reclutamento, per la massima trasparenza. Nel lungo periodo, poi, noi proponiamo una riforma della governance degli atenei: una testa, un voto, incentivi a chi produce, penalizzazioni a chi trucca le carte e un sistema di reclutamento che vada in direzione del ruolo unico della docenza universitario, l'unico modo vero per togliere il giocattolo dei concorsi dalle mani dei baroni".

Il testo con la proposta di riforma radicale dell'università italiana proposta da Trasparenza e Merito lo abbiamo ripubblicato ieri. Repetita iuvant, si dice.

Oggi, con la cancellazione in Commissione Cultura di questo emendamento assolutamente sbagliato è stato fatto un primo importante passo nella direzione giusta, ma si tratta appunto solamente di un piccolo passo: la strada, come sapete, è ancora tanto lunga.

Infatti alcune domande, a proposito di questo testo sul reclutamento partorito dalla Commissione Cultura della Camera, unendo niente meno che 7 proposte di legge diverse, rimangono ed aleggiano nell'aria:

1) A chi giova tutto ciò, ovvero quali reali cambiamenti introduce questa presunta riforma? Forse si tratta del solito gattopardesco "tutto cambi affinché nulla cambi"?

2) Riduce davvero il precariato?

3) Rende davvero più trasparenti o snellisce le procedure dei concorsi?

4) Risolve il problema del conflitto di interessi tra candidati e commissari?

5) Premia effettivamente il merito?

Stando a quanto scrivono in un comunicato unitario firmato da ADI (Associazione Dottorandi italiani), ANDU ( Associazione Nazionale Docenti Universitari) ARTED ( Associazione dei Ricercatori a tempo determinato), CISL, FLC CGIL, Rete 29 Aprile, UNICOVID (La Rete Precaria della Ricerca) e CNU (Comitato Nazionale Universitario), nel quale anticipano una manifestazione comune in piazza contro questo testo di legge, qualche dubbio sovviene.

Noi preferiamo tenerci fuori dai cartelli e proponiamo la nostra ricetta, da anni, trovando ovviamente importanti convergenze, qualora servisse, su punti specifici, con le sigle che avanzano importanti e giuste rivendicazioni.

Purtroppo, ad una analisi attenta e meticolosa del testo, le risposte a queste domande propendono, tristemente, più per il no che per il sì.

In ogni caso, vedremo quando il dibattito passerà dalla Camera al Senato e poi soprattutto nel Paese.

Perché sarà lì che Trasparenza e Merito darà battaglia nel nome di una università non autoreferenziale, quella dei soli docenti, non clientelare, non chiusa ma aperta, democratica, meritocratica, insomma una università pubblica, un bene di tutti i cittadini.


Leggi l'articolo integrale di "Repubblica" del 10 giugno 2021

Leggi il comunicato dal titolo "La Commissione Cultura della Camera fa un regalo ai baroni universitari: il finto concorso profilato" del 31 maggio 2021

Leggi il proposta di riforma dell'Università avanzata da TRA-ME

Leggi il documento unitario delle sigle sindacali universitarie







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