top of page

UNICT: l’imputata Marina Paino "confermata in segreto" Direttore del DISUM

Ne parla "Sud Press" in un articolo di Pierluigi Di Rosa che riportiamo e condividiamo.


“È proprio brutta la storia che raccontiamo oggi perché è storia di tracotante affermazione di irridemibilità: non è giusto ed è dannoso per la Città!

La notizia è tanto semplice quanto è stato difficile reperirne prova documentale.

Circolava voce che a Scienze Umanistiche, ed a seguire direttamente nella stanza del rettore Priolo che ha avallato l'operazione, fosse successo qualcosa.

Il "qualcosa" è presto detto e lo anticipiamo subito: la professoressa Marina Paino è stata confermata direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche, quella che una volta era l'antichissima e gloriosa Facoltà di Lettere.

Per essere confermata significa che si sono svolte delle elezioni che hanno coinvolto i docenti del dipartimento, con tanto di convocazione e rispetto delle procedure statutarie, redazione del relativo verbale, etc. etc.

Una procedura abbastanza complessa che dovrebbe essere caratterizzata dalla massima trasparenza ed invece zero totale.

La pubblicazione dei verbali degli organi dipartimentali è ferma addirittura al maggio 2021.

E come se non bastasse sono anche secretati. occorre essere accreditati per poter leggere quello che combinano.

"I verbali sono accessibili solo agli utenti autorizzati": MA AUTORIZZATI DA CHI? MA AUTORIZZATI PERCHÈ?

È una novità, GRAVISSIMA, SCANDALOSA, introdotta da poco tempo, certamente dopo l'esplosione del "Caso Licandro" di cui parleremo tra poco: fu proprio il costante monitoraggio dei verbali, ALLORA ACCESSIBILI, a farci conoscere e poter documentare quello che stavano facendo.

Adesso è tutto più difficile ma, come in questo caso, ci riusciamo lo stesso: non certo per il gusto di farlo, ma perché è importante che qualcuno lo faccia e consenta alla comunità di rendersi conto di quanto accade nelle stanze del potere, a qualsiasi livello si eserciti quello pubblico!

Resta intollerabile che chi governa una fondamentale istituzione pubblica come l'Università, per di più massacrata nella sua reputazione dalle prodezze dei protagonisti delle vicende intercettate, possa pensare di potersi permettere anche l'arroganza di sottrarre i verbali degli organi pubblici alla pubblica valutazione: È INCONCEPIBILE!

E deve aggiungersi, come aggravante, che suona come una beffa volgare ed intollerabile la patetica istituzione da parte del rettore Francesco Priolo di un Delegato alla Trasparenza e Legalità, in questo caso Maurizio Caserta: MA TRASPARENZA E LEGALITÁ DI CHE? SENZA PAROLE!

Proprio all’inizio di questo mese abbiamo dato notizia che anche i verbali del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico sono stati inopinatamente secretati.

La strategia appare di una banalità disarmante, proprio infantile: in pratica più vengono scoperti a combinare porcherie e più tentano di nasconderle.

Definirlo miserevole potrebbe non essere esagerato.

Questo quanto sta accadendo all'Università di Catania, in conseguenza e reazione all'inchiesta penale "Università Bandita" che ha visto tutti rinviati a giudizio per vari reati, sia nel primo che nel secondo troncone, e persino un primo condannato (l'ex pro rettore Giancarlo Magnano):

E proprio in relazione ai rinvii a giudizio del secondo troncone che si inquadra la vicenda odierna, rappresentazione plastica di come questa gente pensa proprio di poter sfidare non solo ogni legge ma persino qualsiasi limite di opportunità.

Protagonista è Marina Paino, Professore Ordinario di nel settore scientifico disciplinare L-FIL-LET/11 "Letteratura italiana contemporanea".

Insegna a Beni culturali - 2 anno "NARRAZIONI DI VIAGGIO E GEOGRAFIE LETTERARIE", mentre al terzo anno è titolare a Lettere della cattedra di "Letteratura Italiana Contemporanea".

Nel suo profilo sul sito del Dipartimento sono indicate, dal 2001, quindi in 21 anni, 18 pubblicazioni, mentre sul database internazionale "Scopus" (che consente di valutare la produzione scientifica effettiva di tutti i docenti di tutte le università del mondo) le viene attribuita una sola pubblicazione ed un “impact Factor” pari a zero:

Questo è quanto, su Scopus non le vengono riconosciute altre produzioni scientifiche e comunque chi fosse interessato agli atti di questa tavola rotonda è possibile scaricarli sotto:Inquadrato il personaggio e la sua produzione scientifica, riportiamo quanto si legge sul sito del dipartimento ad oggi:

Quindi apprendiamo che Paino è Direttore del Dipartimento Scienze Umanistiche dal 2017, mentre non si ha alcun aggiornamento del fatto che il 20 settembre è stata confermata a tale importante incarico sino al 2025.

Per inciso, nell'aprile 2020, a "Scandalo Licandro" già esploso, la stessa Paino viene nominata come componente della Commissione Nazionale per la Ricerca del Ministero dell’università: ne demmo notizia, ovviamente.

Di questa interessante conferma quale Direttore di Scienze Umanistiche non si trova alcuna notizia da nessuna parte, non solo il sito non è aggiornato, ma neanche il Bollettino d'Ateneo, che pubblica ogni incarico di qualsiasi docente in qualsiasi ruolo possibile ed immaginabile, riporta qualcosa: questa notizia evidentemente non s'ha da dare...

Bisogna scovare, e ci siamo riusciti fortunosamente, un decreto del rettore Francesco Priolo (che non risulta pubblicato) del 12 ottobre per ottenere conferma del fatto che i docenti del dipartimento di Scienze Umanistiche hanno votato il 20 settembre per il "nuovo" direttore ed hanno deciso di confermare sino al 2025 proprio la Paino:

In effetti la ragione di tutta questa misteriosa riservatezza potrebbe rinvenirsi nella circostanza che probabilmente si tratta, ce ne sono altre, di una delle nomine tra le più inopportune che si potesse effettuare per il semplice ed inconfutabile fatto che Marina Paino risulta tra i principali protagonisti e l'esecutrice materiale dell'ormai noto "Scandalo Licandro", fatto emergere da SudPress nel 2018 e che adesso ha trovato il primo suggello da parte di un Giudice che li ha rinviati tutti a giudizio:

La storia è ormai nota, notissima, e chi vuole ricordarla può rileggere gli articoli dedicati che segnaliamo in calce.

Per inciso, fatti due conti, il "Caso Licandro" è già costato in quasi 4 anni di soli stipendi circa 400 mila euro: e degli studenti non sono quelli che abbiamo documentato agli inizi dell’avventura…tanto per dire…

Lo ribadiamo per l'ennesima volta: quello che più rileva non sono gli esiti giudiziari, che avranno il loro corso ed i loro tempi.

Interessa il fatto che quello che veniva raccontato è stato riconosciuto come vero ed effettivamente avvenuto, in tutta la sua enormità e tracotanza.

Non ha alcuna importanza se verranno riconosciuti come reati penali: quello che è decisivo è che lo hanno fatto, senza alcun ritegno e senza alcun rispetto per l'interesse generale e della stessa Università di Catania.

E allora si dovrebbe chiarire: quale interesse generale si persegue nominando e confermando determinate persone ad incarichi così importanti nonostante risultino implicate in vicende che ledono indiscutibilmente interessi e reputazione dell'Ateneo catanese?

PERCHÈ?

PS: A tutt'oggi il Rettore dell'Università di Catania Francesco Priolo non si è costituito come parte civile nei due processi "Università Bandita"...".


Leggi l'articolo integrale su "SudPress" del 18 ottobre 2021



bottom of page