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Uni Milano: "Ti piace o' Presepe? - No - E allora fora da casa mia!"

La famosissima battuta del Natale in Casa Cupiello dell’indimenticato Eduardo De Filippo sembra calzare proprio a pennello con gli accadimenti – più o meno recenti – dell’Università Statale di Milano e del concorso per un posto da professore associato in Storia Economica.

Ne abbiamo ampiamente parlato in un comunicato del 24 giugno dal titolo "Uni Milano, quando l'Università diventa far west:da autonomia commissione a decisionismo del rettore", allorquando denunciammo l’originale comportamento del Rettore che, non soddisfatto dagli esiti del concorso, con un proprio decreto si prese la libertà (più correttamente, l’arbitrio) di nominare una Commissione di (presunti) saggi, che verificasse l’operato della precedente e ufficiale Commissione. Saggi saranno anche perché noi non siamo in grado di valutarne le competenze, ma di sicuro non appartengono al settore scientifico disciplinare oggetto della procedura. Insomma il Rettore, nel più assordante dei silenzi, ha ben pensato di nominare tre docenti (la maggior parte dei quali in pensione) già nei ruoli universitari come professori di storia moderna, per “ribaltare” gli esiti del concorso che una commissione di storici economici aveva evidentemente deciso di chiudere in maniera “difforme” dalla volontà di questo novello Re Sole. Le lettrici e i lettori di questo post potranno ampiamente sorridere, come noi abbiamo fatto, quando abbiamo letto le motivazioni con cui è stato addirittura ritirato il bando di concorso. In buona sostanza una Commissione di incompetenti (in senso stretto) ha deciso che il candidato selezionato da una Commissione di competenti non avesse sufficienti competenze nel settore oggetto della procedura. Un po’ come dire che un muto dice a un sordo che un cieco li sta osservando…

Poi è stato un delirante susseguirsi di eventi con il Rettore che, inutilmente, ha provato a costituire una nuova Commissione e le terne di commissari individuati che sistematicamente rassegnavano le dimissioni. Infine il candidato vincitore (secondo la Commissione giudicatrice) ma inviso al Collegio dei saggi (si fa per dire) e, soprattutto, al Rettore che presenta ricorso (auspicabilmente corredato, almeno così noi speriamo, da un esposto alla competente Procura della Repubblica).

Nella parte finale del decreto di annullamento, che alleghiamo in modo tale che ognuno possa farsi la propria opinione in merito, il Rettore parla addirittura di "evidente situazione di criticità complessiva" e "sopravvenuti motivi di pubblico interesse" che giustificherebbe l'annullamento del concorso.

La più recente decisione del Rettore, che speriamo il neo Ministro Fioramonti vorrà vibratamente criticare, ha dell’incredibile e suona come l’ennesimo atto che dimostra che i Rettori pensano di essere al di sopra di tutto e di tutti.

Con un proprio decreto, infatti, il Prof. Franzini ha annullato l’intera procedura concorsuale, con buona pace per le esigenze didattiche e scientifiche dell'ateneo stesso che prima aveva chiesto il posto.

La vicenda avrà sicuri risvolti giudiziari perché, come è noto, sia il Tar sia il Consiglio di Stato hanno di recente ribadito che le Università non possono unilateralmente “annullare” i concorsi se permangono le esigenze per cui sono stati richiesti e, soprattutto, con la sola motivazione che a qualcuno non piace "o' Presepe”. 


Leggi il decreto rettorale di annullamento del concorso



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