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Uni Foggia: richiesto da pm rinvio a giudizio per 19 docenti in truffa, abuso d’ufficio, peculato

Come si può leggere in un articolo dal titolo Università Foggia, concluse indagini per 19: truffa e abuso d’ufficio in gestione fondi Miur. In cinque accusati anche di peculato pubblicato oggi sul Fatto.it si parla di una recentissima richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Alessandra Fini che ha tra i destinatari 19 docenti, tra cui l'ex rettore, il direttore del dipartimento di Scienze agrarie e l'ex direttore generale, mentre non figura (era tra gli indagati) l'attuale rettore. La Guardia di Finanza contesta anche l'appropriazione indebita di 2 milione di euro. La denuncia è partita da due docenti iscritti a "Trasparenza e Merito", Alessandro Del Nobile e Diego Centonze che, come documentato in un precedente articolo del Fatto quotidiano risalente al luglio 2017, avevano segnalato diverse anomalie sull'utilizzo dei fondi del Ministero (Miur) destinati alla ricerca ma, secondo l'accusa, utilizzati per altro, anche per pagare gli stipendi di alcuni docenti.

A quanto pare, dopo l'inchiesta "Università bandita" all'ateneo di Catania, il terremoto sugli atenei che agiscono illegalmente inizia a estendersi al continente. Si aspettano sviluppi anche in altre università. E' bene che certi abusi vengano alla luce, nell'interesse proprio di chi svolge il proprio lavoro onestamente: prima lo capiranno i colleghi dell'Università, meglio sarà per tutti.


Scrive il "Fatto":

"Non solo truffa e abuso d’ufficio, ma viene contestato anche il peculato con l’appropriazione indebita di 2 milioni di euro a cinque dei 19 indagati a cui è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini sulla gestione dei fondi del Miur da parte dell’Università di Foggia (...) Queste irregolarità avrebbero riguardato, in particolare, la rendicontazione del Pon Ricerca e Competitività 2007- 2013, ottenuto dai gruppi di ricerca del Distretto Agroalimentare Regionale, il DA.Re, tra i cui soci c’è anche l’Ateneo foggiano. Una gestione delle risorse pubbliche, che i due professori non hanno mai voluto condividere. Così il 10 aprile 2013, dopo un anno e mezzo di lavoro su tre progetti, sono stati rimossi. Le anomalie sarebbe iniziate dopo quella data.

Tra i 19 indagati raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini non ci sono il rettore dell’Università di Foggia e il prorettore dell’Ateneo (e presidente del DA.Re), entrambi finiti a luglio 2018 nel registro del pm. Compare, però, nella lista il nome di Agostino Carmelo Sevi, direttore del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente e futuro pro rettore dell’Università, dal prossimo 1 novembre.

Nella loro denuncia, i due professori avevano segnalato come, pur di incamerare i fondi, 15 docenti avrebbero firmato dei time sheet falsi, rendicontando ore lavorative precedenti al 10 aprile del 2013, periodo in cui invece Del Nobile e Centonze non erano ancora stati sostituiti. Le indagini della Guardia di Finanza hanno confermato questo sistema, in particolare in riferimento ai documenti consegnati per il progetto Info-Pack, acronimo di “Soluzioni innovative di Packaging per il prolungamento della shelf life dei prodotti alimentari” (di cui Del Nobile era responsabile scientifico). Per gli inquirenti il direttore del dipartimento, l'ex direttore generale, l'ex rettore Giuliano Volpe e altri sedici docenti hanno, in concorso tra loro, “attestato falsamente nei time-sheet (controfirmati anche da Sevi, ndr)” un’attività in realtà mai svolta prima dell’aprile 2013.

Per tutti il reato contestato è quello di truffa aggravata perché, scrive il pm, “con artifici e raggiri (ossia consegnando attraverso il DA.Re. i time-sheet falsi al Miur, ndr) conseguivano finanziamenti pubblici per progetti” per un ammontare complessivo di quasi 315mila euro, di cui circa 209mila quali costi effettivi del personale e ulteriori spese generali, pari (come da bando) al 50% dei costi del personale.

Quello che ha scoperto la Guardia di Finanza, però, e che va oltre la denuncia dei due docenti universitari, è che cinque degli indagati (direttore del dipartimento, ex rettore, ex direttore generale e altri due) avrebbero “distratto la somma di 2 milioni e 47mila euro destinata all’Università e oggetto del finanziamento stanziato dal Ministero, riservandola al progetto DA.Re”. Si tratta di parte degli 11 milioni e 856mila euro che, come previsto dal bando, il distretto avrebbe dovuto trasferire all’Università (10 milioni e 355mila per le attività di ricerca dei progetti e un milione e mezzo per la formazione dei progetti in cui l’Università di Foggia era coinvolta). Eppure, spiega il pm, in seguito all’adozione della convenzione tra l’Università e il Distretto Agroalimentare regionale (la cui bozza è stata predisposta da Nardone e adottata dal cda dell’Università) i cinque indagati “si appropriavano, trattenendoli illecitamente” degli oltre due milioni di euro in questione. Uno scenario, quello portato alla luce dalla Guardia di Finanza, che lascia tuttora aperti molti interrogativi sulla gestione dei fondi del Miur da parte dell’Ateneo pugliese."


Leggi l'articolo integrale sul "Fatto.it" del 14 settembre 2019



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