La ministra dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, non è un cittadino come tutti gli altri, ha un incarico di enorme rilevanza pubblica ed istituzionale, dunque nessun sospetto (perfino di semplice favoritismo o raccomandazione) può adombrarsi nei confronti della sua figura e del suo operato: occorre un livello massimo di etica pubblica, a prescindere dai risvolti giudiziari, a seguito dell’inchiesta di giornalismo investigativo del “Fatto quotidiano”, che faranno il loro corso.
Non si possono dare per scontati azioni e comportamenti che in qualsiasi altro stato del mondo civile scatenerebbero il pandemonio nell’opinione pubblica e, soprattutto, provocherebbero l’intervento della politica e delle istituzioni. Come scritto nel volume “Mala università” (Chiarelettere), risulta agli atti che per casi e situazioni molto meno gravi, per esempio il plagio della tesi di laurea, in Germania o in Austria ministri dell’Istruzione, della Famiglia o del Lavoro si siano dimessi dall’incarico. Questo, purtroppo, nel nostro paese non è mai accaduto: si pensi ai casi della ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione e successivamente di quella dell’istruzione, e ai loro elaborati di laurea che sarebbero stati plagiati, senza alcuna ricaduta in termini di etica pubblica e di responsabilità politica. Il risultato, così, è di “normalizzare” comportamenti illegittimi, irregolari, o semplicemente non etici pubblicamente, quello che purtroppo è accaduto e accade nei comportamenti di rettori e di molti docenti protagonisti della mala università. E, quindi, in questo modo si rischia di suscitare lo sdegno e l’indignazione, giustificati, della cittadinanza, e la perdita di credibilità delle istituzioni di un paese.
Per questa ragione l’associazione “Trasparenza e Merito” chiede che la Messa faccia un passo indietro, dimettendosi dal suo incarico, per il bene dell’istituzione universitaria che la ministra dovrebbe rappresentare in qualità di garanzia e di controllo.
Il caso della ministra, emerso in una inchiesta di Thomas Mackinson sul “Fatto quotidiano” pubblicata nei giorni scorsi, ora approda in parlamento, con una interpellanza parlamentare di un deputato di FdI rivolta al ministro della Giustizia. Secondo la ricostruzione del “Fatto”, supportata da documenti, registrazioni e denunce in procura (all’epoca archiviate; per un errore il Tribunale di Milano aveva notificato l’archiviazione a un indirizzo sbagliato, impedendo così alla parte offesa di opporsi alla decisione nei termini previsti dalla legge), sarebbero emerse pressioni e raccomandazioni (nella peggiore delle ipotesi anche un eventuale traffico di influenze) da parte della Messa quando era rettrice dell’Università Bicocca di Milano per favorire alcune studentesse (per un master in ambito di ambasciate e consolati) in cui erano state bocciate, in modo da far riaprire i termini del master stesso, penalizzando e discriminando altri studenti iscritti. La ricostruzione del “Fatto” non è stata del tutto smentita né dalla ministra, che ha ripreso l’argomento ai microfoni di Radio 24, cadendo in contraddizione, né dall’Università interessata.
Leggi l’articolo sul “Fatto quotidiano” del 2 luglio 2022
Leggi l’articolo sul “Fatto quotidiano” del 3 luglio 2022
Leggi l’articolo sul “Fatto quotidiano” del 6 luglio 2022
Leggi l’articolo sul “Fatto quotidiano” del 8 luglio 2022
Leggi il testo della interpellanza parlamentare del 7 luglio 2022
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