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Tra-Me e Osservatorio valutano di agire con un clamoroso esposto in Procura nei confronti del MIUR

Segnalare una irregolarità o un abuso ad un concorso universitario rappresenta un gesto che richiede molto coraggio perché chi lo fa sa bene che la prima conseguenza tangibile, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e di vedere qualche risultato, sarà quella di essere emarginato e isolato nell’ambiente in cui lavora. Il mondo accademico, soprattutto ad alti livelli decisionali (rettori, direttori di dipartimento) ha protezioni politiche e vicinanza con ambienti della massoneria, che riescono a fare terreno bruciato attorno, complice il silenzio e l'indifferenza della gran parte dei docenti che preferiscono voltarsi dall'altra parte o per timore, o per quieto vivere o anche, a volte, per convenienza e opportunismo.

Si tenga presente che, nell’ambiente universitario, perfino il semplice accesso agli atti di una procedura di concorso è interpretato dalle commissioni come un atto di lesa maestà, figuratevi una segnalazione al Ministero o un ricorso amministrativo o peggio un esposto in Procura. Non a caso da tempo si parla di garantire come Stato crescenti tutele alla figura dei "whistleblowers".

Incitare e invogliare i cittadini, e nella fattispecie gli studiosi e i ricercatori, da parte del Governo a segnalare ad un Osservatorio del Ministero, come è accaduto l’anno scorso, suscitando grandi aspettative di controllo e tutela, e non dare alcun seguito alle segnalazioni ricevute, è stato un fatto molto grave. Che fine ha fatto questa sorta di "Difensore civico" ministeriale? E' stato, invece, come dare un segnale agli atenei: continuate pure a fare tutte le vostre porcherie.

L’unica cosa di cui si ha contezza, ad oggi, è l’esistenza di un indirizzo mail, tuttora attivo al Miur, dal quale arriva la seguente risposta automatica: ”Vi ringraziamo per averci contattato e Vi confermiamo l’avvenuta ricezione della Vostra e-mail (...)”.

Dopodiché non ci risulta l’esistenza di alcun ufficio specifico, di alcun referente, e soprattutto non si sa che fine facciano queste segnalazioni, spesso contenenti allegati di documentazione con irregolarità amministrative da parte degli atenei, e spesso anche fatti penalmente rilevanti.

Ne ha parlato ieri il giornalista Andrea Sessa su "CataniaToday" con un articolo dal titolo "Osservatorio sui concorsi dell'università": bluff della politica o solo una promessa?”.

Si chiede Sessa: “Forse una trovata propagandistica della politica o una buona intenzione non concretizzata? Fatto sta che le associazioni, come quella di Giambattista Scirè "Trasparenza e Merito", hanno già proposto alle istituzioni cosa fare. Innanzitutto la costituzione del ministero parte civile nei processi su concorsi truccati e abusi e l’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sul reclutamento irregolare nelle università italiane. E l'osservatorio avrebbe potuto anche dire qualcosa sul caso proprio di Scirè che, nonostante le denunce e le vittorie processuali, è ancora fuori dall'università. Il rettore, recentemente, ha dichiarato di aver adempiuto a tutti i pronunciamenti e attende eventuali disposizioni dal Ministero.

Visto che i nostri iscritti e aderenti, nel corso di questo anno e mezzo, hanno inviato centinaia e centinaia di segnalazioni senza alcuna risposta, noi di "Trasparenza e Merito. L'Università che vogliamo" e gli amici di "Osservatorio Indipendente Concorsi Universitari" ci riserviamo di agire insieme nelle sedi opportune per tutelare i diritti dei nostri associati a proposito di una possibile omissione di atti d’ufficio da parte del Ministero.


Leggi l'articolo su "Catania Today" del 2 febbraio 2020



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