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Scandaloso appello di alcuni rettori: "I ricercatori ce li scegliamo noi". Senza concorso?

Oggi è stato pubblicato su "Repubblica" (ed. Milano) in un articolo dal titolo "Ricerca, l'appello dei rettori: scegliamo noi i ricercatori", un appello lanciato dai rettori di tre università milanesi, rispettivamente Franzini della Statale, Messa dell'Università Bicocca e Resta del Politecnico, università al centro di alcuni concorsi viziati da gravi irregolarità che abbiamo segnalato in più di una occasione sul nostro sito.

I tre rettori, in occasione della presentazione del "Meet me tonight", la due giorni che si svolge in questi giorni a Milano e che è dedicata alla scienza e alla ricerca, hanno dichiarato che bisogna rivedere le modalità di reclutamento perché: "tocca a noi scegliere", "basta con i concorsi malati", "si scelgano le persone e non dei numeri", "superare i vincoli".

Dice Messa: "Bisogna avere il coraggio di dire che ci sono altri meccanismi per reclutare, come quelli che vengono usati all'estero". Ancora più decise le parole di Resta: "Perché non possiamo pensare di gestire le università come altre realtà della pubblica amministrazione". Franzini, al centro di un recente annullamento di concorso a dir poco surreale (come abbiamo documentato in un recentissimo comunicato dell'Associazione), ribadisce: "Serve un sistema di reclutamento che non sia più vincolato a settori disciplinari rigidi e che vada incontro alle esigenze delle università".

Come capite è iniziato da qualche tempo un evidente scandaloso attacco all'università pubblica, un fuoco di fila, prima sulle pagine del "Sole24Ore" da parte di alcuni docenti che chiedevano la legalizzazione della cooptazione, adesso con ancora più veemenza niente meno che da parte dei rettori che vorrebbero essere svincolati dalla legge, dal concorso trasparente e meritocratico, e poter scegliere sulla base di esigenze personali.

In poche parole i rettori vogliono usare soldi pubblici a fini personali senza passare però attraverso le regole della pubblica amministrazione. Una follia.

Rendiamo pubblico attraverso i nostri canali questo vergognoso appello in modo tale che chiunque creda in una Università veramente fondata sulla trasparenza e sul merito si opponga con tutte le sue forze a questo tentativo di imbavagliare il sistema di reclutamento universitario, già di per sé lontano dal premiare la scientificità e il rigore morale della sua classe docente. Se prevalessero le richieste di questi rettori e di altri docenti di una parte del mondo accademico sarebbe la fine e il disastro più totale per l'università pubblica italiana.

Una sola parola da parte dell'Associazione "Trasparenza e Merito" contro questo scempio, per chi crede nella possibilità che siano garantite a tutti, costituzionalmente, le opportunità di avere accesso all'università attraverso una pubblica procedura di valutazione, con regole precise che non possono essere eliminate né aggirate, come purtroppo accade nei concorsi degli atenei italiani: resistere!


Leggi l'articolo cartaceo integrale su "Repubblica" (ed. Milano) del 21 settembre 2019



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