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Repubblica: "Fermate le elezioni per il nuovo rettore di Catania"

Dopo l'inchiesta con ottanta indagati e centrotre concorsi sospetti, il decano dell'ateneo siciliano ha convocato il rinnovo delle cariche per il 23 agosto. Codacons e Associazione Trasparenza e merito chiedono l'intervento del ministro e dell'Anac: "La scelta non può essere fatta dai professori indagati". Il viceministro Fioramonti: "Il commissariamento garantirebbe pulizia".

L'articolo di Corrado Zunino su Repubblica del 19 luglio 2019


"L'Università di Catania, gattopardo per abitudine, prova ad anestetizzare il grave scandalo derivato dall'indagine della Digos, con ottanta indagati (cinquantasei docenti interni) e, ad oggi, centrotré prove sospette in tutta Italia. Il decano dell'Ateneo, Vincenzo Di Cataldo - nel 2011 protagonista, come preside della Facoltà di Giurisprudenza, in un concorso per assegnisti definito irregolare da Tar e Consiglio di giustizia che arrecò un danno erariale all'accademia - ha convocato le elezioni per la nomina del nuovo rettore per il 23 agosto prossimo, in piena estate, con la gran parte dei dipartimenti e dei suoi "grandi elettori" sotto inchiesta. L'Associazione Trasparenza e merito, guidata da Giambattista Scirè, sottolinea che solo rettore o prorettore (entrambi indagati e con il Magnifico Francesco Basile dimessosi) possono indire nuove elezioni. Ora anche il Codacons Sicilia avanza seri dubbi sulla legittimità dell'atto del decano, che si è agganciato a un decreto del 7 settembre 1944 per la convocazione d'urgenza avallata, successivamente, dal ministero dell'Istruzione.

Il Codacons chiede l'intervento dell'Autorità anticorruzione e  l'Associazione Tra-Me scrive: "Il ministro Bussetti dovrebbe commissariare l'ateneo e fermare elezioni viziate in partenza, con futuri elettori e aggregatori di voti oggi sotto indagine per corruzione e abuso di ufficio". Gli studenti organizzati hanno manifestato davanti alla sede dell'ateneo e lo stesso viceministro con delega all'Università, Lorenzo Fioramonti, ha fatto sapere: "Il commissariamento avrebbe aiutato a fare pulizia e dare un segnale". Il Miur si è limitato a inviare gli ispettori e Tra-Me contesta: "E' un falso che l'ipotesi di commissariamento non abbia fondamento giuridico. In caso di "gravi motivi" è lo stesso decreto del 1944 ad autorizzare il ministero a intervenire con un commissario"."


Leggi l'articolo su "Repubblica" del 19 luglio 2019



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