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Reintegrato dopo la sentenza da UniVerona: grandissima vittoria di Riccardo e di tutti noi

Il 1 settembre 2019 è stato un grande giorno. A decorrere da quella data Riccardo Benedettini, collega e studioso iscritto a "Trasparenza e Merito", è stato chiamato in servizio ed è formalmente un Professore associato nel settore scientifico disciplinare di Letteratura Francese presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere all'Università di Verona.

Non è affatto una chiamata come le altre, non è stato affatto un concorso come gli altri. La presa di servizio è arrivata a seguito di una sentenza della giustizia amministrativa che ha stabilito che, anche a seguito del giudizio effettivo della commissione di quel concorso, il candidato più meritevole per quel posto era lui. Ma non era stato chiamato dal dipartimento. Reintegrato, dunque, dopo contenzioso. Un risultato enorme, impensato e inimmaginabile appena qualche anno fa.

Adesso è realtà. Grazie al clima che è cambiato, grazie all'azione di denuncia dell'Associazione, grazie soprattutto alla tenacia e alla perseveranza, nonché alle qualità scientifica e ai titoli accademici di Riccardo.

Come ricorderete la sua storia è stata resa nota al pubblico da un nostro comunicato del 20 aprile intitolato "UniVerona: il Dip.di Lingue non può annullare il posto già chiamato,il Tar invia gli atti in Procura" ed era poi rimbalzata sulle pagine del "Fatto quotidiano", il 30 maggio, con un articolo dal titolo "Uni Verona, la nomina per prof. associato di Letteratura Francese ancora bloccata".

In sintesi: la commissione giudicatrice, alla fine dei lavori, aveva ritenuto idonei entrambi i candidati, attribuendo a Benedettini il giudizio complessivo di “ottimo”, mentre alla controinteressata il giudizio di “discreto” sulle pubblicazioni e di “sufficiente” sull'attività didattica. I giudizi della commissione venivano portati all'attenzione del Consiglio di Dipartimento, che deliberava, nel maggio 2017, di non procedere ad alcuna chiamata del posto (né del più meritevole, né dell'altra candidata risultata idonea) perché alla riunione non sarebbe stato raggiunto il numero minimo dei membri per la votazione, svoltasi peraltro a scrutinio segreto.

Dopo il ricorso di Riccardo, il Tar, con una importantissima sentenza, aveva parlato di "inversione logica" perché il dipartimento, pur non contraddicendo in alcun modo l'operato della commissione, aveva deciso di non chiamare il posto, senza adeguata motivazione, ed aveva inviato gli atti alla Procura della Repubblica. Dopo era uscito l'articolo del "Fatto", che parlava di una scelta e di una avversione personale piuttosto che tecnica, sottolineando l'impressione che il dipartimento avesse preferito rinunciare al posto, piuttosto che assumere il candidato “sbagliato”.

L'Università, che aveva dovuto prendere atto della sentenza, aveva risposto con una nota, dopo il nostro pesante comunicato e dopo l'articolo del "Fatto", che l'amministrazione avrebbe ottemperato alla sentenza. E così infatti, stavolta, è stato. A differenza di quanto hanno fatto altri atenei in passato. A dimostrazione che se il caso non rimane nascosto, nel silenzio delle aule giudiziarie, ma è giocato pubblicamente, se si decide di insistere avendone tutte le ragioni, denunciare le irregolarità, nell'interesse di tutti, se c'è l'attenzione della stampa, se c'è l'interessamento del ministero che svolge una funzione importante di controllo nei confronti degli atenei che non agiscono correttamente, pungolato adeguatamente dalle nostre continue segnalazioni, alla fine il risultato e il successo può arrivare.

Questo segnale è molto più che confortante per chi - come noi - crede nella concreta possibilità di una Università più trasparente, meritocratica e legale.

A Riccardo Benedettini va dunque il nostro augurio caloroso e il nostro incoraggiamento e in bocca al lupo per un buon lavoro.

Grande Riccardo, sei tutti noi!



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