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Quer pasticciaccio brutto de l’Università di Foggia: e adesso il Miur, parte lesa, cosa farà?

In un nostro recente comunicato avevamo parlato della vicenda giudiziaria scaturita dalla denuncia di due docenti iscritti a "Trasparenza e Merito", Alessandro Del Nobile e Diego Centonze, che avevano segnalato diverse anomalie sull'utilizzo dei fondi del Ministero (Miur) destinati alla ricerca ma, secondo l'accusa, utilizzati per altro. A conclusione delle indagini preliminari, il pm ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per 19 docenti dell'Università di Foggia, tra cui l'ex rettore, il direttore del Dipartimento di Scienze agrarie e l'ex direttore generale, mentre non figura (era tra gli indagati) l'attuale rettore.

In particolare al direttore del dipartimento di Scienze agrarie, il prof. Sevi, vengono contestati i reati di falso, truffa aggravata (ai danni del Miur per 314 mila euro) e peculato (ai danni dell’ateneo per 2 milioni di euro). Questi è attualmente a processo penale (insieme al rettore Ricci) anche per il reato di diffamazione nei confronti del prof. Del Nobile, per aver illecitamente diffuso notizie relative ad un procedimento disciplinare, peraltro successivamente annullato dal Tar Puglia.

Nonostante ciò Sevi a partire da novembre, potrebbe diventare il nuovo pro rettore di UniFg secondo quanto dichiarato dallo stesso e dal nuovo rettore Limone.

La cosa più sconcertate però è che, in merito a questa vicenda giudiziaria, l’ateneo foggiano ha preso posizione attraverso un comunicato del portavoce del rettore (si veda il link) nel quale si prendono le difese degli stessi docenti che lo hanno danneggiato. Secondo quanto riporta il giornale “L’Attacco” in un articolo del 20 settembre 2019 (si veda il link):

“Il portavoce scrive un comunicato che sarebbe pienamente compatibile con la funzione di difensore degli accusati, dipendenti dell’Università, ma non con il compito di tutelare l’Istituzione, della quale sono ugualmente dipendenti gli accusatori. I denuncianti sono due professori ordinari di Unifg, meriterebbero equidistanza da chi rappresenta l’Ateneo (…)E’accettabile che in fase di indagini il garantismo suggerisca di astenersi dal prendere posizioni, ma ad indagini concluse o a processi avviati chi rappresenta l’Istituzione o sposa l’operato degli accusati, con tutte le conseguenze in termini di responsabilità, o se ne dissocia, attivando i mezzi di tutela dell’Istituzione, ivi compresa la costituzione di parte civile nei processi”.

Va infine rilevato che l'accusa di peculato rivolta dal pm al direttore del Dipartimento nasce dalla stipula di una convenzione tra Università di Foggia e DARE (Distretto tecnologico alimentare) per lo svolgimento delle attività di ricerca e formazione previste dal progetto oggetto dell'indagine, in cui sarebbero stati trattenuti illegittimamente più di 2 milioni di euro. Visto e considerato che allo stesso progetto partecipavano anche l'Università di Bari, il Politecnico di Bari, il Cnr ed il Crea, viene da chiedersi se anche con tali enti pubblici DARE abbia stipulato una convenzione trattenendo risorse pubbliche.

Sulla base di quanto ricordato ci poniamo alcune domande: per quale motivo l'Università di Foggia non si pone a difesa dell’Istituzione e non si costituisce parte civile al processo, ma anzi si pone a difesa, stando almeno al comunicato stampa, di chi gli ha illegittimamente sottratto 2 milioni di euro? Per quale ragione il Miur non si costituisce anch’esso parte civile visto il danno ad esso stesso procurato? E’ opportuno e non sarebbe invece da censurare sul piano dell’etica pubblica l’eventuale scelta di nominare a pro rettore di un ateneo un ex direttore di dipartimento processato (e già rinviato a giudizio) per gravi reati?

Siccome in passato è già accaduto che il Miur, parte lesa, avrebbe dovuto costituirsi parte civile al processo sulla vicenda giudiziaria all’università per l’Asn dei tributaristi e non lo ha fatto, sulla vicenda del rinvio a giudizio per concussione e tentata corruzione del rettore di Tor Vergata e non l’ ha fatto. Ora Foggia, prossimamente, quando inizia il processo, ci sarà Catania. E staremo a vedere. Come si dice, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.


Leggi il comunicato dell’ufficio stampa del rettore dell’Università di Foggia del 18 settembre 2019

Leggi l’articolo pubblicato su “L’Attacco” del 20 settembre 2019



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