Dall'inchiesta di Parma emerge un sistema di selezione dei collaboratori universitari che era "nulla più che un vuoto simulacro". Era il professore, secondo l'accusa, a stabilire come assumere i propri collaboratori, attraverso la predisposizione di bandi ad hoc, modulati sulle specifiche competenze possedute dal candidato da lui prescelto, in modo da escludere altri partecipanti già nella fase della presentazione delle domande.
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