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MIUR-UniCT: si può non commissariare un ateneo di fronte a questo scempio?

Un articolo di "Catania Today" del 4 luglio 2019 descrive il modello tipico di concorso universitario bandito dall'ateneo catanese, come emerge dalle intercettazioni dell'inchiesta "Università bandita".

L'articolo si intitola, emblematicamente, "Il vestito "cucito" su misura per il candidato dell'ex rettore Recca e parla delle fasi di una procedura concorsuale fortemente caldeggiata dall'ex guida dell'università Antonino Recca, nella quale decideva tutto come un deus ex machina, i criteri del bando, la commissione e anche i tempi.

Di fronte a un tale scempio dell'istituzione universitaria, viene da chiedersi come possa il Miur non intervenire con decisione e fermezza sull'ateneo catanese, davanti all'eventualità di elezioni gestite da un ambiente accademico in gran parte delegittimato dai metodi con cui si pilotavano i concorsi e dal linguaggio delle intercettazioni (anche il decano che ha indetto le elezioni è stato coinvolto in un procedimento amministrativo ad un concorso causando un danno erariale all'ateneo). Peraltro è nelle prerogative del Ministro poter destituire un rettore e commissariare un ateneo in caso di GRAVI MOTIVI, per esempio reiterate violazioni della legge.

In casi gravi come questo (così come accaduto nel caso dell'apertura dello sportello-mail sulle segnalazioni di irregolarità ai concorsi che forniva una risposta automatica senza alcun atto concreto), si è riscontrato il silenzio e il non intervento da parte del Miur, che ha preferito non esercitare la propria funzione di indirizzo e di coordinamento, di garanzia e di controllo, prevista dalla legge.

L'autonomia universitaria, riconosciuta e tutelata dalla legge, non può mai degenerare in anarchia, illeciti, irregolarità e abusi.


"Guerre intestine, accordi sottobanco, concorsi costruiti ad hoc, parentele e giochi di potere. L'inchiesta "Università bandita" ha scoperchiato il pentolone dell’ateneo catanese e ha messo in evidenza un vero e proprio “sistema” con protagonisti anche nomi illustri che, in passato, hanno guidato l’antica istituzione cittadina.

In particolare, nelle migliaia di pagine dell’ordinanza, vengono ricostruiti anche i passaggi compiuti dall’ex rettore Antonino Recca per accreditarsi – subito dopo l'elezione – con la nuova guida dell’università Francesco Basile al fine di ottenere tutele per i propri “protetti”. Ogni professore di "peso" dentro l'ateneo aveva i suoi adepti, il suo peso specifico e le pretese che andavano perorate anche con la forza delle parentele e della politica (...)

L’obiettivo di Recca era quello di “sistemare” alcuni suoi protetti. In una conversazione intercettata con il padre di uno dei suoi favoriti l’ex rettore diceva: “Appena sistemo Gianluca Cicala, c’è Alberta Latteri, c’è Cinzia (Recca, la figlia dell’ex rettore; ndr)...qualche altra persona. Poi me ne fotto completamente , io c’ho la mia età...”.

Proprio su Gianluca Cicala, attuale professore ordinario nel settore scientifico disciplinare Ing-Ind/22 “Scienza e Tecnologia dei Materiali”, Recca opera una pesante azione di controllo e convincimento per pilotare un concorso, secondo quanto sostengono i magistrati.

Con l’elezione di Basile l’ex rettore pianifica un abboccamento attraverso Giuseppe Sessa, ex direttore del dipartimento di Chirurgia e poi presidente del coordinamento della facoltà di Medicina. Sessa espone, nel marzo del 2017, le esigenze di Recca evidenziando – come riporta l’ordinanza - “espressamente che le sue richieste sono tese a favorire Cicala”. Lo stesso Basile si mostra subito disponibile contattando Recca per rassicurarlo. A sua volta l’ex rettore comunica all’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo l’avvenuto contatto con Basile.

Così inizia un lavoro di “cucitura” del concorso che vede come pungolo l’ex rettore Recca che ad aprile incontra a casa sua Basile. Dopo l’incontro, come annotano gli inquirenti, si ha una accelerazione dell'iter tanto che Recca dice a Cicala di inviare “tutte le pratiche” in mail al rettore e sicuro del fatto suo – mentre parla con la figlia dell’ex rettore Latteri, Alberta – dice: “Con Gianluca problemi non ce n’è. Non c’è discussione...Gianluca viene primo”.

Diverse sono le conversazioni intercettate nelle quali – come si legge nell’ordinanza -  emergerebbe “il disegno criminale dell’ex rettore ovvero la sua volontà di sistemare Cicala, la Latteri e sua figlia Cinzia”. Effettivamente a fine aprile del 2017 l’impegno viene rispettato: la delibera del Senato accademico conferma la volontà di Basile di rispettare l’alleanza stretta con Recca e di bandire il posto richiesto. Tanto che lo stesso Recca dirà “di essere collaborativi con Basile fino a quando, come sta facendo, si comporta bene con noi”.

Da aprile 2017 in poi iniziano le fasi tumultuose di un concorso che aveva già un vincitore scritto a monte. Recca, però, inizia a preoccuparsi e dialogando con Cicala al telefono gli raccomanda di non parlare più al telefono della selezione perchè – come dice - “è una questione delicata” facendo menzione a una precedente registrazione telefonica che gli aveva causato non pochi problemi.

L’ex rettore concorda con Enrico Foti, direttore del dipartimento di ingegneria civile, i requisiti da inserire nel bando di concorso. In particolare il criterio che ci deve essere è quello delle 16 pubblicazioni proprio per agevolare Cicala. Così viene deciso dal consiglio di dipartimento il criterio per l'attribuzione di due posti di prima fascia. Criteri che destano però perplessità all’interno del consiglio stesso: alcune intercettazioni tra i docenti mostrano come ci siano timori di ricorsi. A tranquillizzare tutti ci pensa il rettore Basile dicendo che “i ricorsi non dipendono dalla forma ma dalla sostanza, cioè se hanno trovato l’accordo e allora non ce n’è”. In questo caso l'accordo era stato trovato.

Il 7 giugno 2017 il famoso concorso destinato a Cicala viene bandito, con il criterio concordato delle 16 pubblicazioni. Anche in questa fase Recca si informa con gli uffici sul numero di domande arrivate per il concorso, temendo possibili “interferenze”. Il 20 luglio, data di scadenza della presentazione delle domande, Recca è raggiante: non è arrivata nessun’altra partecipazione se non quella di Cicala. Così dice in una conversazione al padre del candidato che “ancora contiamo un poco”. L’interlocutore gli risponde: “Sei un grande Tony”.

Anche sul sorteggio della commissione arriva l’interesse di Recca che riesce a fare inserire figure “vicine” all’interno del novero del sorteggio. Un sorteggio perfettamente indovinato dall’ex rettore: tutti i nomi da lui caldeggiati sono divenuti commissari del concorso. Per tutto lo svolgimento dell’iter concorsuale Recca rimane sempre in contatto con i commissari e addirittura sarà lo stesso ex rettore a redigere le bozze dei verbali del concorso e a mandarle, poi, a un commissario già compilate.

Il concorso viene chiuso il 19 settembre e a ottobre Cicala potrà prendere servizio. Addirittura un componente della commissione, prima della fine della procedura, contatta lo stesso Cicala per chiedergli di compilare un atto del concorso. Cicala, conversando con Recca, sembra alquanto stupito della richiesta ma l’ex rettore è serafico: “Non voli fare nenti iddu, mandalo a me che poi glielo mando io a lui”.

Una volta finita la procedura e arrivato il decreto di nomina per ordinario di Cicala l’ex rettore Recca ha concluso la sua “missione” e invia un sms di ringraziamento a Basile. Il 26 settembre 2017 lo stesso rettore andrà nuovamente a casa Recca e in quella occasione viene intercettata una telefonata con uno dei commissari del concorso, La Mantia, che dice: “Fin quando possiamo fare insieme, mi puoi tranquillamente usare come una sponda”."


Leggi l'articolo integrale di Andrea Sessa su "Catania Today" del 4 luglio 2019



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