La vicenda dei concorsi di medicina all'Università di Firenze e degli intrecci di potere tra politica, policlinico e università, si arricchisce di un nuovo capitolo, che allarga ancora il quadro e le possibili responsabilità sulla rete dei concorsi truccati. È la tesi della procura di Firenze che ha indagato su una trentina di concorsi e su una cinquantina di docenti dell’università coinvolti. Il reclutamento sarebbe avvenuto tutto con concorsi “blindati”. L'articolo di Luca Serranò su "Repubblica".
"Una trentina di bandi "sartoriali", cuciti addosso al candidato prescelto. E almeno cinquanta docenti coinvolti dall'inizio dell'indagine. Continua a espandersi, fino a raggiungere numeri mai visti prima almeno in Toscana, l'inchiesta sui presunti concorsi pilotati a medicina, che dal marzo 2021 ha visto susseguirsi clamorosi sviluppi tra cui, l'ultimo, la richiesta di interdizione per il dg del Meyer Alberto Zanobini (12 mesi), la professoressa Chiara Azzari (9 mesi) e il direttore del dipartimento di Scienze della salute dell'università di Firenze, Paolo Bonanni (9 mesi). Le annotazioni depositate dall'aggiunto Luca Tescaroli e dal pm Antonino Nastasi riguardano tra le altre cose proprio il filone "bis" dell'indagine, emerso con le richieste di interdizione (interrogatori il 28 settembre) e dedicato al reclutamento di alcuni luminari presso il pediatrico fiorentino. Un reclutamento che secondo l'accusa sarebbe stato facilitato dalla promessa di candidature blindate nei concorsi universitari di riferimento, in esecuzione di una strategia - voluta tra gli altri dall'ex rettore Luigi Dei - condivisa dai componenti del presunto sistema. "Il contesto segnalato ha evidenziato l'operatività di due nuclei associativi che hanno agito nell'ambito delle aziende ospedaliero universitarie Careggi e Meyer", scrivono nell'ultima informativa gli investigatori della guardia di finanza. Del primo, presunto, centro di potere avrebbero fatto parte con ruoli di primo piano l'ex rettore, l'ex prorettore Paolo Bechi, l'urologo Marco Carini (in veste di consigliere di amministrazione di Unifi), l'attuale dg di Careggi Rocco Damone e il suo predecessore Monica Calamai. Del secondo gli stessi Dei, Bechi e Carini, insieme con l'attuale direttore generale dell'ospedale pediatrico.
Almeno sette i concorsi nelle materie di riferimento del Meyer che sarebbero stati condizionati. "L'attività ha permesso di reclutare tra le fila dei docenti a vari livelli, soggetti definiti di sistema, che hanno dato la propria disponibilità a contraccambiare il favore ricevuto - si legge ancora nelle annotazioni dei finanzieri - Di attrarre medici grazie all'appeal della professione universitaria, garantire progressioni di carriera rapide e sicure, conferire ai medici ospedalieri già in servizio presso Careggi e Meyer il titolo di professore universitario senza, peraltro, modificare il proprio ruolo assistenziale". Tredici le persone considerate organiche all'organizzazione, con ruoli e posizioni differenti, una quarantina i professionisti che nel corso del tempo, a vario titolo, avrebbero contribuito ai numerosi casi di abuso di ufficio relativi all'assegnazione di cattedre ma anche di alcuni posti da ricercatore. Una conversazione, tra l'ex numero uno dell'ateneo fiorentino e il pro rettore Fabio Marra, documenta secondo gli inquirenti la disinvoltura con cui venivano decisi a tavolino programmi e vincitori:: "Guarda, questo concorso fatelo pulito - dice il 3 novembre 2020 l'ex rettore Luigi Dei al suo interlocutore - Cioè non abbiamo nessuno da raccomandare, non ce ne frega nulla a noi, però cercate di prendere veramente il meglio e non le solite cose... cioè fate un concorso che vinca veramente il migliore".
Nelle informative, l'ex rettore sembra costantemente impegnato a stringere accordi e alleanze per portare avanti la propria strategia. In alcuni casi i riferimenti sono criptici e i toni compiaciuti: "Sto lavorando come un agente segreto all'operazione AZ, vediamo", dice a Carini il 13 dicembre del 2017, accennando forse alle strategie per la riconferma del dg dell'ospedale pediatrico. "Bellissima operazione, geniale - replica l'altro - Az credo che sia fattibile, importante non bruciarlo, devono essere loro a proportelo". Al che l'ex rettore argomenta: "Certo... l'agente segreto lavora sui principi, no sui nomi", per poi elencare alcuni punti come la "conoscenza del sistema regionale toscano" e la fiducia "nella ricerca e formazione integrata". E ancora: "Operare secondo criteri di eccellenza come nei miei due anni ho fatto con grande soddisfazione con Aouc e Meyer, gradimento e stima congiunta di regione e rettore (...) portarli per mano sul sentiero che voglio con circospezione e sagacia."
Leggi l'articolo su "Repubblica" (ed. Firenze) del 11 settembre 2022
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