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Lo scandalo delle finte ore di lezione all'Università: da Firenze a Foggia tutto il mondo è paese

Come è emerso di recente da un filone delle intercettazioni dell'inchiesta della Procura di Firenze all'Università nel settore di Medicina, sono stati prelevati dagli uffici tutti i registri di presenza dei docenti del Dipartimento universitario di Chirurgia e Medicina traslazionale e, secondo le informazioni acquisite, si potrebbero profilare gravi reati per chi, secondo quanto appreso dalle intercettazioni, in base alle auto certificazioni presentate, non presterebbe tutte le ore di lezione cui è obbligato. Va ricordato che l’effettivo svolgimento dell’attività didattica rappresenta uno dei criteri di valutazione del docente universitario: nel caso che questa sia negativa influenza infatti la selezione, la progressione di carriera e anche lo stipendio del personale accademico, oltre a comportare l’esclusione dei docenti dalle commissioni di abilitazione, dagli organi di valutazione dei progetti di ricerca. Si tratta, in realtà, di una prassi di irregolarità molto diffusa negli atenei italiani.

A questo proposito rimandiamo all'altra vicenda accaduta di recente all'ateneo di Foggia, come riportano due articoli del quotidiano "L'Attacco", dal titolo "Agraria: la prof assenteista a lezione in 3 casi su 13. Denuncia a Procura e Miur, con registrazioni" e "Nuove ombre al dipartimento di Scienze agrarie", che risalgono rispettivamente al 8 febbraio e al 6 marzo 2019.

"Ancora esempi di professori fantasma all'Università di Foggia" si poteva leggere nella lettera pervenuta alla Procura di Foggia, al quotidiano stesso, alla Guardia di Finanza, al Direttore Generale del Miur Livon e a due docenti ordinari del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente.

Nella lettera si specificava che una docente associata di Scienze e tecnologie alimentari del dipartimento, come potevano confermare gli stessi studenti, si faceva sostituire in tutti i suoi corsi didattici da ricercatori, borsisti, assegnisti e dottorandi che lavorano nel suo gruppo di ricerca.

A supporto della lettera di denuncia era allegato un dvd con le registrazioni delle lezioni dei due corsi di cui era titolare la docente, dalle quali si evinceva chiaramente che la grande maggioranza delle lezioni era stata tenuta da varie persone, anche non strutturate, ma non dalla docente titolare del corso di insegnamento.

Come è noto un docente ha il dovere di svolgere almeno 120 ore di lezioni frontali in un anno, mentre il personale non strutturato di un ateneo non può fare lezione al posto del docente, a meno che non sia stato esplicitamente autorizzato dal consiglio di dipartimento. Il controllo dell'attività didattica della docente, dunque, sarebbe stato quanto mai opportuno, in particolare visto che è in corso di svolgimento un concorso di prima fascia per il settore AGR/15, ai sensi dell'art. 18 della legge 240/2010, bandito con decreto del 11 ottobre 2018, in cui la stessa docente risulta tra i candidati. Tra gli elementi di valutazione previsti dall'apposito regolamento dell'ateneo foggiano c'è anche l'attività didattica svolta.

A seguito di una istanza di ricusazione della commissione di quel concorso, presentata da altri due candidati al concorso, iscritti a "Trasparenza e merito", per la ragione che tra due dei commissari e la docente in questione vi fosse un conflitto di interessi, l'ateneo, con decreto rettorale (246/2019) del 27 febbraio 2019, visto che "dall’approfondito esame dell’intero carteggio pervenuto, emergono elementi sopraggiunti che rendono opportuno, per questa Amministrazione, improntare l’azione amministrativa a criteri di massima prudenza e, di conseguenza" ha deciso di dichiarare la decadenza di due dei tre commissari. La vicenda va ad aggiungersi al precedente caso del mega blitz della Guardia di Finanza dell'aprile 2018 scaturito dagli esposti di altri due professori ordinari dell'ateneo foggiano, anch'essi iscritti entrambi a "Trasparenza e merito", con docenti chiamati a rispondere, a vario titolo, di falso in atto pubblico e abuso di ufficio per possibili irregolarità nel rendiconto di progetti di ricerca finanziati dal Miur.

Basterebbe attivare l’anagrafe della didattica in tutti gli Atenei Italiani e soprattutto consentire a tutti i cittadini di poter accedere online, secondo le vigenti norme sulla Amministrazione trasparente - decreto legislativo 33/2013 riaffermate ed estese dal più recente decreto n. 97/2016.

Come ben capite, anche nel caso delle ore di lezione "fantasma", si tratta di gravi irregolarità commesse da docenti universitari a danno del servizio nei confronti degli studenti e delle famiglie che pagano le tasse. Irregolarità che colpiscono particolarmente perché là dove più alta e delicata è la funzione istruttiva svolta, maggiori sono le aspettative di moralità e di giustizia della gente comune. Che siano docenti, quelli stessi che salgono in cattedra e che pontificano su regole, scienza e morale, a calpestare in questo modo le più elementari regole, addolora e colpisce più di ben altra comune scorrettezza.


Leggi l'articolo on line su "La Nazione" del 5 marzo 2019

Leggi l'articolo on line su "La Nazione" del 6 marzo 2019

Leggi l'articolo cartaceo su "L'Attacco" del 8 febbraio 2019

Leggi l'articolo cartaceo su "L'Attacco" del 6 marzo 2019




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