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Live Sicilia: "Io, ricercatore, ancora umiliato. Le sentenze non sono bastate ad avere giustizia"

Università di Catania. Dipartimento di Scienze umanistiche. Concorso di storia contemporanea 2011: vinse architetto. Ancora dopo 9 anni irrisolta l'incredibile e assurda storia di Giambattista Scirè e la sua denuncia pubblica. L'articolo di Antonio Condorelli su "Live Sicilia" del 29 gennaio 2020.


"Tre sentenze amministrative e una penale non sono bastate ad avere giustizia".

CATANIA – A stento riesce a trattenere la rabbia e le lacrime, quando tiene in mano le tre sentenze amministrative e la sentenza penale che hanno certificato che lui, Giambattista Scirè, ricercatore di Storia contemporanea con master di altissimo livello, è stato escluso illegalmente da un concorso “truccato” nel dipartimento di Storia contemporanea.

Un concorso sul quale si è espresso, duramente, il tribunale, condannando i componenti della commissione, in un processo che si avvia alla prescrizione.

LA BEFFA – Nel 2014 il Tar emette una sentenza importante, in cui stabilisce che Scirè abbia diritto alla “parziale reintegrazione in forma specifica”. “Ove ancora possibile – si legge nella sentenza - va riconosciuta, per la rimanente parte (ovvero integralmente nel caso in cui il ricorrente non possa più subentrare nel contratto di docenza) la liquidazione del danno per equivalente nella misura del compenso contrattuale previsto per l’incarico di durata triennale, che va ridotto di un terzo in considerazione della mancata prestazione dell’attività lavorativa in questione”. Il problema è tutto nell'interpretazione di cosa sia la parziale reintegrazione in forma specifica: si tratta della reintegrazione del ricercatore vittima di un concorso truccato nel ruolo di cui è stato privato? Secondo l'Università, per rispettare la sentenza, rispetto ai 5 anni di previsione contrattuale, è stato sufficiente assumere Scirè per 4 mesi. Il Cga conferma, nel 2015, la sentenza del Tar. Ma nel 2017 Scirè fa un nuovo ricorso per fare eseguire la sentenza che, a fronte dei 4 mesi di assunzione, non sarebbe stata eseguita. E Scirè vince ancora. Il Tar, “per effetto dell’accoglimento, dichiara l’obbligo dell’Università degli Studi di Catania, di adottare le determinazioni amministrative necessarie per dare esecuzione alla sentenza in epigrafe”.

A quel punto arriva il colpo di scena che tutti aspettavano, cioè l'assunzione di Scirè? No, l'Università dichiara, semplicemente, Scirè vincitore del concorso che si era svolto 9 anni prima, ma non lo assume, né gli consente di lavorare nel dipartimento, l'Università effettua un bonifico da 45mila euro a titolo di risarcimento del danno, ma Scirè non riesce, oltre ai 4 mesi, a lavorare nel dipartimento di Storia Contemporanea.

CONCORSO TRUCCATO – Il tribunale di Catania ha condannato i componenti della commissione con parole durissime, certificando che il concorso perso da Scirè era truccato. “Scorrendo i titoli – scrive il tribunale etneo riferendosi all'architetto vincitrice del concorso - si ha come la percezione di una tela sapientemente tessuta per aspirare ad entrare in un settore accademico diverso da quello che sulla base del titolo di laurea ci si sarebbe aspettati. “È la vittoria del paradosso – si legge ancora nella sentenza penale – tutti gli altri candidati offrono profili di omogenea normalità, discutono infatti di storia contemporanea ma, in fatto di originalità, nessuno può competere con l'architetto. Infatti nessuno di quei candidati è architetto”.

I CONTATTI - “La vincitrice è – scrive il giudice penale – segretaria del preside Iachello – quel preside che, innovando in una risalente prassi accademica, investe in originalità a partire dall'individuazione del membro interno”.

La sentenza richiama l'articolo 97 della Costituzione, sottolineando che “quella decisione si risolve in una violazione del principio di buon andamento e di imparzialità dell'esercizio della pubblica funzione, disattendendo gli scopi definitori delle declaratorie...affidando l'insegnamento della Storia contemporanea a un architetto, privando un settore di studenti dell'opportunità di un percorso formativo conforme al settore scientifico di riferimento. In tale gratuito e non condivisibile progetto, i tre imputati hanno arrecato un danno economicamente risarcibile al dott Giambattista Scirè, ipotecandone il futuro, obliterandone l'entusiasmo, rallentandone il cammino professionale”.

LA RABBIA - “Sono deluso – dice a LiveSicilia Scirè – dall'Università di Catania e dal nuovo rettore Francesco Priolo, che doveva assicurare discontinuità col passato e, invece, sostanzialmente, nulla è cambiato”.


Leggi l'articolo integrale su "Live Sicilia" del 29 gennaio 2020



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