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La mafia dei dipartimenti universitari: atti illegali nella programmazione formale per RTD

Leggete attentamente questo foglio. E’ tratto dal verbale di un consiglio di un dipartimento di un ateneo italiano, del quale siamo entrati in possesso. Questa è, purtroppo, la prassi generale: accade (quasi) ovunque così, questo è solo un esempio, con una prova.

Leggete con i vostri occhi come nell’università italiana si truccano e si pilotano i concorsi addirittura fin dalla pianificazione, dalla programmazione stessa, prima che siano resi pubblici nella Gazzetta ufficiale i bandi di concorso.

Non sono abituate a truccare abitualmente solo le commissioni di concorso, che fanno carte false per far vincere chi deve vincere, ma truccano “ab origine” (come si dice in gergo giuridico) gli stessi dipartimenti.

In questo caso si trattava di 6 posti per ricercatore (RTDA a, a tempo determinato, 3 anni + 2) di tipo “junior”, dunque il primo passaggio di valutazione pubblica, mediante un concorso, dopo la laurea e il dottorato di ricerca. Un concorso che dovrebbe essere, secondo la legge 240/2010, assolutamente aperto a tutti coloro i quali abbiano i requisiti per partecipare. Stiamo parlando, per ogni settore scientifico disciplinare dunque, di centinaia di potenziali candidati. Spessissimo, anzi quasi sempre, se ne presenta soltanto uno, quello che deve vincere, perché è già tutto deciso.

Leggete, infatti, come i dipartimenti truccano le carte fin dall’inizio. E’ bene rendersi conto, platealmente, con i propri occhi di questi metodi abusivi e illegali.

L'associazione è a conoscenza, ovviamente, dei nomi dei candidati predestinati in questo caso, i nomi dei settori scientifico-disciplinari messi a bando, il nome del dipartimento e dell’ateneo (si può leggere ateneo di Pisa). Si tratta di un documento che potrebbe apparire riservato ma che in realtà si trova pubblicato sul sito dell'ateneo. Sarà ovviamente affidato all’autorità giudiziaria, ma qui abbiamo deciso di oscurare alcuni dati per una questione di privacy. Ciò che per noi conta è rendere noto il metodo illegale utilizzato, che vogliamo porre all’attenzione della magistratura e dell’opinione pubblica.

Come potete verificare nel documento allegato, sotto la voce "mediane", in neretto oscurato, c’è il settore scientifico disciplinare, cioè la materia per il quale si bandisce il concorso. Poi si trovano le voci "Pi" (pubblicazioni), "Ci" (citazioni), "Hc" (H-index), ovvero i valori bibliometrici del curriculum scientifico del candidato, poi si trova, alla voce “nomi”, il termine “interno”. Questo significa che si tratta di un candidato interno all’ateneo e al dipartimento che metterà a bando il posto. Infine si trova, addirittura, l’età del candidato e accanto, oscurato in neretto, l’anno per il quale si intende bandire il concorso.

Dall’insieme di questi elementi (settore scientifico, indici bibliometrici ed età del candidato), in pratica, c’è già scritto il nome e il cognome del candidato per il qual viene bandito il posto, che vincerà con certezza matematica del 100% il concorso stesso.

Stando così le cose, la futura commissione farà delle valutazioni puramente farsesche perché tanto il nome del vincitore è già scritto in questo verbale del dipartimento. Si tratta di un documento ufficiale: la burla, la farsa, dei concorsi nell’università italiana.

Come capite è la conferma fattuale di quello che Trasparenza e Merito ha sostenuto da sempre. Altro che pec con i nomi dei vincitori e dei commissari, altro che bandi sartoriali, qui c’è la controprova dell’illegalità pianificata dalla mafia accademica.

Si tratta di una cosa gravissima, inaudita, a danno di tutti i cittadini, sulla quale chiediamo un intervento immediato della magistratura e un commento nel merito dell’attuale ministra, siamo proprio curiosi di sapere cosa dirà.

Ne abbiamo le scatole piene di una università che delinque e viola apertamente la legge, addirittura nella programmazione stessa.

Ci rivolgiamo direttamente ai cittadini affinché si mobilitino per fermare subito questo scempio. Oltretutto siamo a conoscenza del fatto che, proprio in queste ore, questi signori dell’accademia, con la complicità della classe politica, stiano affinando metodi e meccanismi per aggirare ulteriormente la legge.

Se ne è già parlato, ampiamente, nel libro Mala università, ne parleremo presto più in dettaglio qui sul nostro sito, se ne parlerà presto alla trasmissione Presa diretta.

Intanto è bene far conoscere ai cittadini questo schifo, per far capire a tutti che questa università va radicalmente cambiata fin dai basilari e affidata nella guida a persone perbene, oneste, rispettose della legge e delle regole, dell’etica pubblica, oltre che competenti scientificamente, per il bene di tutti.


Leggi il documento tratto dal verbale del consiglio di dipartimento di un ateneo italiano



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