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La vicenda di Luca al concorso Sapienza di Roma: Tar, denuncia e sospensione per la controparte

Aggiornamento: 21 gen 2022

Nei giorni scorsi avete letto l’articolo dal titolo In cattedra con un curriculum falso. La Sapienza sospende il professore pubblicato su "Repubblica". Si tratta del primario dell’ospedale Umberto I di Roma, dirigente e docente universitario di Odontostomatologia: il professore Giorgio Pompa.

Come ormai sapete la totalità (o quasi) delle azioni giudiziarie di contrasto alla Mala università, almeno quelle che finiscono sulla stampa o che hanno dato vita alle inchieste più importanti degli ultimi tempi, provengono da studiosi iscritti a Trasparenza e Merito. La valanga di ricorsi e denunce che l’Associazione ha supportato, o comunque incentivato, ha ormai dato il via ad un fiume carsico, un processo che va avanti da solo, inarrestabile, e che è destinato a modificare a fondo l’università italiana.

Il caso di cui ha parlato Corrado Zunino su "Repubblica" nasce dalla denuncia di un nostro collega, Luca Testarelli, membro iscritto a Tra-Me da tempo. Il coraggio non si improvvisa, ovviamente, ma si può cercare di incanalare le azioni e le energie nel giusto modo. La modalità con cui il collega ha contestato l’abuso subito e poi ha contrastato l’azione di chi non è prontamente intervenuto è infatti un modello da seguire per tempismo e determinazione. Come raccomanda lo statuto di Tra-Me.

Ma chi è Luca Testarelli?

E’ bene iniziare subito dal suo profilo scientifico, per poi raccontare in sintesi i fatti del suo caso. Chi fa ricorso al Tar per contestare l’esito di un concorso e magari fa anche una denuncia in procura, come abbiamo raccontato ampiamente nel libro Mala Università, non lo fa mai a cuor leggero perché si mette contro un intero sistema di potere. Deve dunque avere validissime ragioni, documenti a supporto inequivocabili, ed un profilo scientifico di alto livello, altrimenti non lo farebbe mai. Non potrebbe mai pensare di spuntarla.

Luca, laureatosi con 110 e lode e poi addottoratosi e specializzatosi in Discipline Odontostomatologiche, è professore associato nel suo settore presso Sapienza Università di Roma dal 2006, con una abilitazione da professore ordinario ottenuta fin dal 2012 (prima in Med 28, rinnovata negli anni, e poi recentemente anche in Med 50). E’ stato direttore del master in Odontoiatria Conservativa ed Estetica de La Sapienza, esperto Anvur per la valutazione del suo corso di studio, ed ha collaborato con l’Università di Buffalo, con la King Saud University (Riyadh), con il Dental College & Hospital di New Delhi (India), oltre ad essere membro dell’editorial board di riviste scientifiche internazionali indexate (European Journal of Dentistry, Journal of Clinical Medicine, Applied Science, PeerJ Life & Environment, Journal of Personalized Medicine, Diagnostics) e di vari gruppi di ricerca, nonché cavaliere ordine al merito della Repubblica (2014) proprio per le sue qualità scientifiche.

Tanto per dare dei numeri (per chi conosce le statistiche sulla produzione scientifica-accademica): 187 pubblicazioni indicizzate su Scopus, 2778 citazioni (con media di 14,9), indice H-index 27, impact Factor totale 164,5.

Bene, adesso veniamo ai fatti.

Nel 2020 Sapienza bandiva un posto per ordinario nel suo settore, a cui partecipavano quattro docenti, tra cui Luca, e che era vinto, illegittimamente, dal primario dell’ospedale Umberto I, il professore Giorgio Pompa, il quale aveva dichiarato titoli mai conseguiti (brevetti, svariati progetti di ricerca, la partecipazione come componente dell’editorial board di una pregevole rivista scientifica e la qualifica di socio attivo di una rinomata società scientifica denominata IADR). Titoli che avevano contribuito in modo determinante alla sua vittoria al concorso.

A questo punto Luca faceva ricorso al Tar Lazio. In attesa della sentenza intanto il Cda di Sapienza sospendeva in autotutela la presa di servizio come ordinario di Pompa, in quanto la stessa Università aveva evidentemente verificato che erano stati presentati possibili titoli mendaci, ed aveva chiesto, contestualmente, un parere all'Avvocatura Generale dello Stato (la quale aveva consigliato di bloccare la presa di servizio per evitare di “assumere decisioni che rischiano di essere travolte dalla sentenza del Tribunale”).

Nell’aprile 2021 giungeva la sentenza del Tar (in allegato) che imponeva alla commissione di procedere nuovamente con la valutazione del concorso alla luce di quanto acclarato (i titoli falsi). Va aggiunto che alcuni dei titoli risultati fasulli sarebbero stati determinanti anche per la vittoria del professor Pompa per il posto da primario in chirurgia orale all’ospedale. Purtroppo, come sempre accade in questi casi nell’università italiana, perfino di fronte all’evidenza dei fatti, commissioni e atenei si impuntano e proseguono imperterriti negli abusi.

Di tutto questo era stata resa edotta la Ministra dell'università e della ricerca, professoressa Messa, con due interrogazioni parlamentari, una nota della segreteria generale del Presidente della Repubblica ed una della Ministra di grazia e giustizia. Tuttavia la Messa non ha mai avviato alcuna indagine sebbene ella sia una nota accademica, nonché sia stata magnifica rettrice.

In sostanza, nuovamente, la commissione giudicatrice, nonostante l’evidenza e la sentenza del tribunale, proclamava vincitore lo stesso candidato, il professore Pompa, ragion per cui Luca ha dovuto disporre un appello al Consiglio di Stato, un nuovo ricorso al Tar, che verrà discusso nel mese di marzo, ma è anche stato costretto a depositare un circostanziato esposto in Procura. Ciò che lascia sgomenti, ma che non ci sorprende affatto, visto l’andamento generale con cui agiscono gli atenei in simili casi, è che lo stesso ufficio legale della Sapienza e la Governance dell’Ateneo non abbiano attivato alcuna procedura interna di indagine, se non dopo le ripetute pressioni di Luca, nonostante i codici etici e i regolamenti parlino chiaro, nei confronti di un docente che - come è risultato palesemente - aveva autocertificato titoli falsi.

Il seguito della storia, come ha raccontato "Repubblica", è già noto: il primario è stato sospeso dalla Sapienza (il provvedimento disciplinare risale al 6 agosto, la sospensione è del 29 novembre 2021) per quattro mesi e per lo stesso periodo di tempo è stato congelato il suo stipendio. L’accusa di falso, dopo essere stata confermata dai giudici amministrativi, adesso è stata formalizzata anche dalla Procura di Roma.

Alcune considerazioni, per concludere: l’ateneo e le istituzioni accademiche preposte a fare da garanzia per la trasparenza delle procedure omettono di svolgere i controlli e quando lo fanno troppo spesso chiudono un occhio o peggio coprono gli abusi; le istituzioni nazionali, come il ministero, informate prontamente dei fatti omettono di rispondere e di interessarsi alle questioni degli abusi universitari, con la scusante dell’autonomia (in realtà l’anarchia, il far west, la prassi delle clientele); il mondo accademico, troppo spesso, si volta dall’altra parte, tanto è vero che i ricorsi e le denunce , seppure totalmente fondate, come quella di Luca, vengono considerate dalla maggioranza dei colleghi come atti di lesa maestà o come intralci al gioco di scambi e favori reciproci, cioè l’atmosfera tipica a cui ci ha abituati l’accademia italiana ai concorsi universitari.

Il nostro plauso e incoraggiamento - ricordandogli che non è solo ma che ha dalla sua parte un numero sempre crescente di audaci colleghi che lo sostengono - va a Luca Testarelli, coraggioso e preparato studioso e medico, che dimostra che la perseveranza e la costanza riescono a volte a far sì che si possa ottenere giustizia e riescono a scardinare perfino i sistemi di potere che all’apparenza sembrano imbattibili.

Ora non ci resta che attendere che chi, come il professore Pompa, dichiarando titoli non posseduti venga finalmente escluso dal concorso permettendo così, a chi lavora sodo ed è preparato, di vincere il concorso di professore ordinario come coronamento di quella maturità scientifica già raggiunta con l’abilitazione scientifica nazionale nel lontano 2012 e rafforzatasi negli anni.

Da poco si sono chiusi i bandi di due concorsi per la stessa fascia, stesso settore e stesso Dipartimento di Luca. Prosegue dunque l'azione di contrasto a quella Mala università che tanto male arreca alla Accademia dei Meritevoli e più in generale al Paese intero.

Avanti così dunque, sull’esempio di Luca e di tanti altri colleghi, per sconfiggere la Mala università e per cambiare in meglio l’istituzione universitaria italiana.


Leggi la sentenza del Tar Lazio del 26 aprile 2021

Leggi l’articolo di Repubblica del 15 gennaio 2022



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