La questione annosa dei bandi cosiddetti profilati, sartoriali o "fotografia", noi di "Trasparenza e merito" l'abbiamo posta da tempo. Ricorderete, ad esempio, un intero servizio di "Striscia la notizia" nel quale, su nostra richiesta, fu consegnato un plico di bandi sartoriali proprio a Fioramonti.
Oggi finalmente il Viceministro con deleghe all'Università ha fatto un comunicato che contiene un duro monito ai dipartimenti e agli atenei che continuano a pubblicare bandi di questo tipo.
Le segnalazioni che ci arrivano a questo proposito da tutti gli atenei d'Italia per tutti i settori scientifico-disciplinari sono letteralmente una valanga.
Per darvi l'idea della pervasività e diffusione di questo grave e triste fenomeno presente negli atenei italiani, ve ne riportiamo una, solo l'ultima in ordine di tempo, pervenutaci via pec oggi alle ore 12.49, indirizzata alla cortese attenzione del Rettore Lum “Jean Monnet”, al Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, al Viceministro del Miur, al presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione e che ha per oggetto la richiesta immediata di annullamento del bando presso la Lum Jean Monnet di Casamassima (Ba) riguardante la procedura valutativa di un posto di ricercatore a tempo determinato (tipo a) presso la facoltà di Giurisprudenza, settore concorsuale 12/H3 - Filosofia del diritto (SSD: IUS/20 Filosofia del diritto), già, a suo tempo revocato, ed ora riproposto con un titolo diverso ma molto probabilmente riconducibile, anche in questo caso, allo stesso candidato predestinato. Ciò perché il bando è stato fatto in spregio alla normativa vigente, ha le caratteristiche di un assegno di ricerca, peraltro afferente al S.S.D. IUS/01 – Diritto privato , cioè ad un settore diverso rispetto a quello bandito, prevede il versamento di una tassa di ben 150,00 euro per "spese generali e postali" a pena di esclusione, ed ha come "Programma di ricerca" il seguente titolo dettagliato: “Il problema delle lacune nella teoria generale del diritto” e, in maniera specifica, avente per oggetto “le molteplici discussioni cui il problema delle lacune – o della completezza dell’ordinamento giuridico - ha dato luogo nel dibattito scientifico costantemente alimentato dalle più autorevoli teorie generali del diritto in ordine alla loro esistenza, le possibili classificazioni e le soluzioni per colmarle (autointegrazione/eterointegrazione)”.
Scrive oggi Fioramonti nel suo comunicato/appello agli atenei:
"Il Paese deve tornare a puntare sull’università e per farlo è necessario agire in modo coordinato, tutti insieme, sostenendo la trasparenza ed il merito nella gestione delle risorse finanziarie e di quelle umane. Su questo fronte, stiamo approntando una proposta di legge che migliori il reclutamento attraverso concorsi nazionali, con commissioni sorteggiate, chiamate dirette e maggiori tutele per i giovani ricercatori.
Proprio in quest’ottica non posso esimermi dal notare come ancora esistano molti bandi per ricercatori (RTDa ed RTDb) che presentano un elemento di ‘profilazione’ eccessivamente dettagliata, ben al di là dei settori scientifico disciplinari consentiti dalla legge, e che rischiano di scoraggiare molti partecipanti e alimentare contenziosi amministrativi dannosi per gli atenei stessi, per chi denuncia e anche per chi vince, poiché si pregiudica la certezza e la validità del concorso.
In accordo sia alla legge 240/2010 sia alla Carta Europea dei Ricercatori ogni bando di concorso per Ricercatore a Tempo Determinato (sia di tipo A che B) non può contenere alcuna “profilazione” che possa scoraggiare la candidatura di un potenziale candidato in possesso dei necessari requisiti, e potenzialmente anche molto qualificato, ma non rispondente al profilo descritto nel bando. La legge afferma esplicitamente che il massimo dettaglio di una posizione consiste nell’indicazione di un Settore Scientifico Disciplinare (SSD). Ogni eventuale ulteriore specificazione non dovrebbe avere alcun peso per la selezione del vincitore, e qualora lo avesse (come continua ancora ad accadere) questo solo fatto è sufficiente a decretarne la nullità in caso di ricorso presso la giustizia amministrativa.
Purtroppo questa condizione ad oggi si verifica in troppi casi, creando il paradosso per cui con decine di migliaia di “precari della ricerca” e quasi altrettanti abilitati privi di una posizione, ci si trova dinanzi a concorsi cui partecipa una sola persona, destando il sospetto (magari ingiustificato) che si tratti di un bando “sartoriale”.
Ai giovani ricercatori chiedo di non farsi scoraggiare da bandi eventualmente profilati e di presentarsi a tutti i concorsi universitari per i quali si posseggono i requisiti necessari. Sempre e comunque, perché il cambiamento culturale è importante quanto quello normativo.
Solo lavorando insieme come un vero e proprio ecosistema ed arginando pratiche, magari anche consuetudinarie, che però rischiano di pregiudicare la credibilità del comparto, potremo rafforzare le giuste pretese del mondo dell’università e della ricerca di avere uno spazio centrale nella politica di sviluppo del nostro Paese."
Prendiamo atto con soddisfazione (meglio tardi che mai) delle importanti parole provenienti dal MIUR, e in particolare da Fioramonti: deve essere un chiaro segnale dato agli atenei, che non possono continuare a manipolare, pilotare, decidere ex ante i concorsi, pregiudicando la credibilità stessa dell'intero sistema universitario italiano.
Aggiungiamo che nelle situazioni, nei casi e nelle vicende di abusi di potere già consumati, non esecuzione di sentenze, collusioni tra commissioni e dipartimenti, il Ministero non può esimersi, in quanto si tratta di pubblici ufficiali in servizio, da un intervento chiaro di controllo e di ispezione: l'autonomia degli atenei può avere senso solamente quando le regole vengono rispettate e non calpestate, in caso contrario il non intervento non può che significare silenzio, indifferenza e perfino, nella peggiore delle ipotesi, complicità.
Leggi il comunicato integrale del Viceministro Fioramonti del 20 giugno 2019
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