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Il Mattino:Nei concorsi a Padova premiano gli interni e i più bravi restano fuori,ora ricorso al Tar


Il caso: Nicola Veronese, 35 anni, medico, 285 pubblicazioni scientifiche, con esperienze all'Istituto Bethesda e all'Università di Harvard. L'articolo su "Il Mattino" di Padova del 30 gennaio 2019.


Iscritto a Trasparenza e merito, ci ha inviato questa lettera di segnalazione del suo caso, che volentieri rendiamo pubblica:


Gentilissimi, mi chiamo Nicola Veronese , sono un medico specialista in Geriatria. Mi sono iscritto ad un concorso di ricercatore indetto dall’Università di Padova nel luglio 2018 e fatto ben dopo 7 mesi, nel gennaio 2019 e, come era largamente previsto, non l’ho vinto. Faccio notare che alla data attuale ho 285 lavori scientifici (articoli), di cui 83 come primo autore (indicante che lo hai scritto per la maggior parte), 29 come ultimo (indicante la posizione da autore anziano). Pur avendo solo 35 anni, sono all'interno dei Top Italian Scientists, al di sopra di alcuni/molti Professori (sia associati che ordinari) e Ricercatori dell’Università di Padova. Se comparo questa mia produzione scientifica con quella degli altri candidati del concorso da Ricercatore sopra menzionato, vedo che ho ottenuto usando i “criteri” stabiliti dalla commissione 81 punti, mentre chi ha vinto poi il concorso 57.5. “Magicamente”, però, entrambi abbiamo 55 punti per le nostre pubblicazioni, come previsto dalla commissione. In tal modo, in pratica, pur avendo la candidata che ha vinto nemmeno un terzo delle mie pubblicazioni (70 vs. 285) e pur essendoci un divario immenso in questo punto tra noi due in termini di punteggio (57.5 vs. 81), questo ambito che è la parte preponderante dei titoli richiesti viene valutato allo stesso modo. Anzi, oltre il danno c’è anche la beffa visto che io ho presentato tutte le 30 pubblicazioni possibili previste dalla commissione, mentre chi ha vinto non è nemmeno riuscita a completare il numero consentito di articoli, portandone 29!! Non commento neanche il fatto che altri parametri come l'H-index (che indica il numero di citazioni totali di un autore) non siano stati considerati: faccio solo notare che anche in questo specifico tema ho tre volte i parametri di chi ha vinto. Non commenterò neanche il fatto che gli assegni di ricerca, di cui sono beneficiario da tre anni, pur essendo equipollenti agli anni di ricercatore come previsto dalla Legge, non vengano nemmeno considerati, togliendo in pratica il peso di un titolo equipollente solo per agevolare qualcun altro. Ma una parola la voglio sprecare, rivolgendomi direttamente ai commissari, sul fatto che usate i criteri a Vostro piacimento per fare vincere questo o quel candidato, il che di scientifico non ha proprio nulla. IO MI VERGOGNO PER VOI. Lo faccio a nome di tutte le persone che fanno ricerca seriamente e che vengono ogni giorno umiliate da questi concorsi chiaramente truccati che offendono la legge di Dio e degli uomini, che agevolano solo persone che devono essere piazzate, in faccia a chi fa questo lavoro seriamente. Ma come ha detto P. Curtaz "Dio ci dà solo quello che siamo in grado di sopportare". Da oggi in poi, parteciperò a tutti i concorsi dell’Università di Padova nei settori concorsuali in base alla mia produzione scientifica e clinica, pur sapendo che li perderò, visto che avrete sicuramente altri candidati da piazzare. Non solo: metterò nel mio curriculum vitae tutti i concorsi che ho perso ingiustamente come questo, perché questa è una VERGOGNA e non ci sono altre parole per descriverla. Penso solo che le persone di buona volontà debbano solo combattere questa vergogna, finché non ci rimarrà una goccia di sangue nelle vene. Infine, metterò nelle mie pubblicazioni questa lettera per ricordarvi che ci sono persone oneste che fanno ricerca seriamente e non solo persone da piazzare, anche in questo paese. Cordiali saluti N.V.


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