L'accusa è di aver messo in piedi un sistema di scorciatoie per abbreviare gli studi, di cui avrebbero usufruito molti studenti. Ad esempio permettendo loro di utilizzare internet durante le prove d'esame o comunicando in anticipo le domande. Le presunte irregolarità riguardano il corso di laurea triennale in Scienze della politica e relazioni internazionali e il corso magistrale in Studi strategici e scienze diplomatiche. Sono coinvolti il presidente dell’ateneo ed ex ministro Vincenzo Scotti, i vertici amministrativi, docenti, ricercatori e pure molti studenti, tra cui diversi poliziotti. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di falsità materiale e ideologica e di associazione a delinquere.
L'articolo sul "Fatto quotidiano" del 24 settembre 2020.
Scrive il "Fatto":
"Sono coinvolti il presidente dell’ateneo ed ex ministro Vincenzo Scotti, i vertici amministrativi, docenti, ricercatori e pure molti studenti, tra cui diversi poliziotti. Tutti accusati di aver messo in piedi o di aver usufruito di un sistema di “esami facili” e di scorciatoie per abbreviare gli studi alla Link Campus University. Quasi tutti a rischio processo: su 71 indagati, la pm di Firenze Christine Von Borries ha chiesto di rinviarne a giudizio 69. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di falsità materiale e ideologica e di associazione a delinquere. Le presunte irregolarità, accertate al termine di un'indagine durata due anni e chiusa nel maggio scorso, riguardano il corso di laurea triennale in Scienze della politica e relazioni internazionali e il corso magistrale in Studi strategici e scienze diplomatiche. I pm si sono concentrati sugli anni accademici 2016-2017 e 2017-2018, durante i quali sarebbe stata rilevata l’assenza dalle lezioni di diversi studenti, nonché la possibilità di sostenere gli esami a Firenze – senza che i prof fossero presenti – anziché nella sede romana dell’Università.
Ma non solo. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore le prove si sarebbero tenute in locali esterni alla facoltà e in molti casi i candidati avrebbero conosciuto in anticipo le domande e sarebbero stati liberi di consultare internet. Ai vertici della Link si contesta anche di aver proposto agli studenti-poliziotti un corso, per un costo di 600 euro, che secondo le accuse della Procura avrebbe permesso di abbreviare il percorso di studi saltando gli esami del primo anno. A indirizzare gli agenti della questura di Firenze verso la Link Campus University sarebbe stato il sindacato Siulp. L’ipotesi è che alla base ci fosse una convenzione siglata tra l’ateneo romano e la Fondazione sicurezza e libertà, di cui era presidente e legale rappresentante il segretario nazionale del Siulp. Anche per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio. Sono state stralciate, invece, le posizioni di una docente e di uno studente, tuttora al vaglio degli inquirenti.
È un vero e proprio terremoto per la Link Campus University. I pm accusano l’ex ministro Scotti di associazione a delinquere in concorso finalizzata ai falsi esami e lo ritengono “promotore, costitutore e organizzatore dell’associazione” insieme, tra gli altri, al direttore generale della Link, a un membro del consiglio di amministrazione e rettore, a un componente del Senato accademico, al coordinatore del corso di laurea, oltre a docenti, ricercatori e amministrativi."
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