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Duello in ateneo: combatte da 14 anni per un posto da ricercatore

Ne abbiamo parlato ampiamente sul sito. Il caso di Paolo Rognini e dell'ateneo di Pisa. L'ultimo ricorso vinto è il quarto, ma ancora l'Università non gli assegna quello che per i giudici dovrebbe essere scontato. L'articolo di Pietro Barghigiani sul "Tirreno".


Scrive Barghigiani sul quotidiano toscano:

"Tra i record collezionati da Paolo Rognini nella sua esperienza universitaria ce ne è uno che dovrebbe essergli assegnato per acclamazione. Quello della perseveranza, accompagnata alla pazienza. Ha infilato un poker di ricorsi vinti tra Tar e Consiglio di Stato, l'ultimo nei giorni scorsi, per un posto da ricercatore bandito dall'ateneo e inseguito dal docente a contratto dal 2007.

Succede anche questo nei meccanismi di selezione e accesso ai ruoli accademici. Da 14 anni l'università di Pisa ha messo in palio un posto da ricercatore a tempo indeterminato, qualifica che ora non esiste più, di Geografia economica politica. Il dottor Rognini, 54 anni, di Livorno, ha una cattedra da insegnante, ma le sue aspettative sono di respiro universitario. E dire che l'incoraggiamento non mancherebbe al precario storico visto che nel tempo ha ricevuto elogi e complimenti per la sua attività in ambito accademico. Ma da 14 anni il posto da ricercatore non arriva nonostante quattro sentenze dei tribunali amministrativi ogni volta gli abbiano dato ragione. Adesso la nuova ennesima sentenza, che sembra più una beffa, visto che si appiglia ad un cavillo tecnico per annullare gli atti di quel concorso ripetuto tre volte e l'operato della ennesima commissione non regolare, sancendo che la nuova commissione "non prevede la presenza di un ricercatore, aumenta ad almeno due componenti la presenza dei professori ordinari e, soprattutto, demanda la scelta dei due componenti non designati dalla facoltà che ha richiesto il bando a un sistema di sorteggio e non di elezione". Nell'ultima selezione Rognini era il candidato unico anche perché l'altra concorrente nel frattempo era diventata associata. Strada spianata allora? No. L'aspirante ricercatore è stato dichiarato non idoneo. Nel frattempo ha pubblicato una monografia (editore Franco Angeli) che è già andata esaurita ed è alla secondo ristampa, oltre ad altri articoli scientifici su riviste internazionali. Ha fatto ricorso centrando il quarto successo in una sfida contro l'ateneo che dura dal 2007. L'aspetto paradossale è che da un lato l'università dà battaglia al Tar contro i ricorsi di Rognini e dall'altro, in uno strabismo tutto italiano, sottoscrive con il ricorrente un contratto di docenza al Dipartimento di Scienze della terra oltre a conferirgli un "ottimo con lode" per una tesi di dottorato sulla comunicazione tra scienza e politica. Nell'ultimo verdetto il Tar impone all'università di ricomporre la commissione per valutare le candidature. Sperando che dopo 14 anni sia la volta buona.

Trasparenza e Merito: "Ora sia sorteggiata una commissione davvero imparziale". La storia di Paolo Rognini è stata raccontata anche dall'associazione Trasparenza e Merito sul suo blog che si occupa di storture e scandali nelle università. "Speriamo che l'ateneo sia costretto ad eseguire la sentenza stavolta correttamente, sorteggiando una commissione imparziale che sancisca quello che già da 14 anni - si legge sul blog - cioè la vittoria di quel concorso da parte di Paolo: occorre una riforma della giustizia amministrativa in modo tale che le sentenze dei tribunali siano efficaci e riconoscano finalmente il diritto essenziale del ricorrente vincitore al bene primario per eccellenza, ovvero il reintegro nel posto di lavoro, e non un semplice annullamento o il riconoscimento di un irrisorio risarcimento del danno erariale (pagato peraltro, sempre, non dai singoli responsabili, a meno che non sia accertato il reato anche penalmente e la singola individuale responsabilità dei commissari")."


Leggi l'articolo cartaceo su "Il Tirreno" del 4 aprile 2021



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