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“Corruption in the Italian Academia” al Workshop Internazionale “Corruption and Clientelism”

Il 19 agosto 2022 si è svolto digitalmente un workshop internazionale dal titolo "Corruption and Clientelism: Exploring Recent Developments", organizzato dall’Università Babes-Bolyai di Cluj, in Romania (https://clientro.granturi.ubbcluj.ro/).

Il workshop è stato organizzato per dare l’occasione a studiose e studiosi di diversi paesi del mondo di confrontare le proprie ricerche e esperienze nell’ambito di corruzione e clientelismo a livello mondiale.

Il nostro collega di "Trasparenza e Merito", Marco Gabbas ha partecipato al workshop con una relazione in inglese su corruzione e clientelismo nelle università italiane.

Nei 15 minuti a sua disposizione, Marco Gabbas ha brevemente riassunto il funzionamento della cooptazione accademica in Italia e dei concorsi truccati, basandosi sulle risultanze e i dati del libro di Giambattista Scirè Mala università, sul volume di Giulio Palermo Baroni e portaborse, nonché sul suo vissuto personale in ambito accademico italiano.

La relazione ha sottolineato che il carattere cooptativo dell’università italiana, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è frutto di una recente degenerazione, ma continua una tendenza presente almeno della nascita dell’Italia come stato unificato nel 1861.

Alla relazione è seguito un interessante dibattito nel quale diversi studiosi internazionali hanno posto domande a Gabbas. Raluca Lutai, Assegnista dell’Università di Cluj, e Sergiu Gherghina, Professore Associato dell’Università di Glasgow, hanno notato come la situazione italiana è in realtà molto simile a quella di tanti altri paesi, citando come esempio altri paesi europei, l’Africa e l’America Latina. Il Prof. Gherghina in particolare ha voluto sapere se in Italia si stia prendendo qualche provvedimento per contrastare questi fenomeni. Il nostro collega ha purtroppo dovuto rispondere che a livello istituzionale viene fatto poco o niente.

Come spiega bene il libro Mala università, gli interessi baronali son ben rappresentati nelle istituzioni e in parlamento, e i loro recenti sforzi sono andati in direzione contraria a una maggiore trasparenza, per esempio depenalizzando l’abuso d’ufficio, uno dei pochi appigli legali ai quali gli accademici discriminati si possono attaccare.

Gabbas ha però sottolineato che ultimamente "Trasparenza e Merito" sta facendo una lenta e caparbia opera di sostegno a coloro che decidono di ribellarsi a questo stato di cose. Piotr Sula, dell’Università di Breslavia (Polonia), ha chiesto se il sistema italiano di corruzione accademica sia legato alla politica. Il nostro collega ha risposto affermativamente, se per politica si intende la politica istituzionale e quella dei grandi partiti. Se invece si tratta di differenze ideologiche all’interno delle varie cricche accademiche, non ve ne sono di sostanziali.

Il sistema di potere accademico, fondato sulla cooptazione clientelare, funziona appunto dando una parvenza di dibattito interno ma escludendo accuratamente i dissidenti veri, soprattutto nelle discipline umanistiche. Vi è stata anche occasione di confrontare la situazione italiana con quella delle università ungheresi, presentata da una relazione di Sándor Földvári. Come ha spiegato Földvári, in Ungheria la situazione è caratterizzata da un controllo diretto da parte dello stabilissimo governo sulle istituzioni accademiche. In Italia invece, data l’estrema instabilità dei suoi governi, il baronato è sussunto nelle istituzioni statali a prescindere da questo o quel governo in carica.

Un ultimo aspetto che si può definire "politico" è che l’università baronale, oltre a combattere il merito, favorisce anche il mantenimento di una certa struttura di classe, rendendo molto difficile lavorare a chi proviene da una classe subalterna, anche se meritevole.


Marco Gabbas è laureato in Traduzione e Interpretariato, in Storia Contemporanea Comparata, ed è Dottore di Ricerca in Studi Storici. Si occupa di storia del movimento comunista internazionale. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, soprattutto in lingua inglese, in Ungheria, Repubblica Ceca, Brasile e Stati Uniti.


Leggi la sintesi (pdf) del Paper presentato dal collega al workshop internazionale (dalla Romania)



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