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Concorsi truccati a UniStra Perugia: trame segrete e massoneria. Il ruolo della rettrice Grego Bolli

Aggiornamento: 9 apr 2022

I concorsi truccati, le trame occulte, i contatti segreti in giro nei vari atenei italiani per sistemare e piazzare i candidati predestinati dei baroni all’università sono ormai una non notizia. Si tratta di una prassi consolidata, illegale, ma ampiamente in uso, come prassi, nell’università italiana.

Nel libro Mala università si sono descritti in dettaglio metodi, meccanismi, storie di abusi e ingiustizie, clientele e favoritismi, accadute in vari atenei italiani negli ultimi anni, da Catania a Firenze, da Roma a Milano. Un nuovo capitolo, appena accennato in alcuni comunicati sul sito di Trasparenza e Merito, che arricchisce e impreziosisce questo triste e vergognoso libro dell’orrore è la vicenda dei concorsi all’Università per Stranieri di Perugia. Sotto la lente della magistratura (guidata dal procuratore capo, ex presidente dell'Anac, Raffaele Cantone), nelle carte della Guardia di Finanza, spunta anche la massoneria e non è una novità per chi conosce la storia dell’università italiana. Si è parlato spesso, in questa sede, di scambi tra Politica e Accademia, nel corso dei decenni, di un patto scellerato che ha portato all’abbassamento progressivo del livello scientifico dell’istituzione universitaria in modo che possa essere gestita, attraverso lo specchietto delle allodole dell’autonomia, da gruppi di potere finalizzati all’assorbimento di denaro pubblico.

Nelle 496 pagine di una informativa riservata della Guardia di Finanza di Perugia, rese note dal quotidiano “Umbria 24”, troviamo le prove, al di là degli esiti giudiziari che spettano ovviamente alla magistratura e al processo che ci sarà, del baratro morale, tragico, penoso, degradante in cui è sprofondata in questi ultimi anni l’università italiana. Protagonista indiscussa di questa storia, l'ex rettrice Giuliana Grego Bolli.

A questo proposito riportiamo qui alcuni passaggi di questo racconto, interessante anche dal punto di vista narrativo, che mette insieme due recenti articoli pubblicati sul quotidiano umbro a firma di Enzo Beretta.

“Immaginatevi le sale silenziose di questa antica istituzione, i soffitti alti, gli affreschi alle pareti, le ampie finestre che si affacciano su piazza Grimana dominata dal vessillo tricolore e il bandierone dell’Unione europea. Dietro le tende di velluto la rettrice, ormai ex, il Magnifico Rettore Giuliana Grego Bolli, a ragionare del futuro tra un Whatsapp e l’altro. Maledetto cellulare, non utilizzarlo così, Giuliana, sei troppo disinvolta. Il dubbio infatti le era venuto e ogni tanto dirottava le chiamate su qualche telefono fisso. La verità è che quando tocchi il potere e lo governi, ti piace, e va scongiurato in ogni modo il rischio che l’Ateneo diventi «terra di conquista». La logica del fortino, della strategia, fatta di accordi e trame.

La massoneria, Anonymous e Sant’Egidio. Dalle pagine di quest’informativa viene fuori di tutto: la massoneria, immancabile, a pagina 18 iniziavo quasi a preoccuparmi, esposti provenienti da account Anonymous austriaci, le presunte influenze della Comunità di Sant’Egidio alla quale sarebbe legato l’attuale rettore Valerio De Cesaris.

Il primo accusatore. Una versione dei fatti fortemente tenuta in considerazione da chi indaga vuole al centro della narrazione l’ex direttore generale, Cristiano Nicoletti, che un paio di mesi dopo aver inviato un messaggio alla Procura e alla Corte dei Conti è già a rapporto dai militari del Nucleo di Polizia economica. «In sintesi – si legge negli appunti delle fiamme gialle – riferiva di essere a conoscenza che sin dai tempi in cui rivestiva la carica di dg, la rettrice Grego Bolli aveva promesso ai professori associati elettori e sostenitori della sua nomina che sarebbero stati premiati diventando ordinari grazie ad appositi bandi di concorso». Si parla di posti di professore di prima fascia in Letteratura italiana, Storia contemporanea, Scienza politica e Glottologia e linguistica. Nel verbale di Nicoletti si legge: «I candidati interni che avrebbero dovuto superare la selezione sarebbero dovuti essere tutti delegati del rettore, componenti del Senato accademico e del Consiglio d’amministrazione». Gli indagati, alla fine, sono 23, tra membri e presidenti delle commissioni e qualche altro parvenu. L’operazione fallita. L’Ente è in perdita, il bilancio preventivo del 2020 parla di un disavanzo di oltre 1,3 milioni, Grego tira comunque dritta e sempre stando alle parole di Nicoletti minaccia che «se i quattro concorsi non fossero stati vinti dai candidati interni non si sarebbe proceduto alla chiamata dei docenti risultati vincitori».

«Un consolidato sistema di favoritismi». Torniamo indietro. La Finanza rifà i calcoli e intanto rafforza il concetto dello «scambio di favori»: «Si pensa a consentire agli associati una progressione di carriera più che a garantire il soddisfacimento delle esigenze di organico. Sembrerebbe disvelarsi in seno all’Ateneo un consolidato sistema di favoritismi. L’opera di Grego era finalizzata ad allocare nelle principali posizioni della governance universitaria tutti quei soggetti a lei vicini, in modo da garantirle autodeterminazione». La logica del fortino.

Il Covid, Suarez e l’avviso di garanzia. Passa qualche altra settimana e come un uragano sconosciuto arriva il Covid. Sono mesi frenetici, complessi, memorabili, però, perché neanche la pandemia ferma Luis Suarez che atterra a Perugia per sostenere un esame di italiano. La Juventus vuole il centravanti extracomunitario del Barcellona che adesso abbassa la mascherina e pronuncia quella frase che lascia incantati i docenti: «Bambino porta co-cu-mel-la». Sotto le luci al neon cala un brevissimo silenzio di stupore. La scena comica diventa rapidamente surreale quando il Pistolero viene promosso. È il momento dei sorrisoni e delle foto ricordo con la rettrice che mostra orgogliosa l’attestato di abilitazione del suo studente più famoso. Grego cammina a passi svelti e si avvia verso la porta alla quale, adesso, però, bussa la Finanza con un avviso di garanzia. È l’inizio del precipizio. Lei si dimette subito, una cosetta che in Italia non capita esattamente tutti tutti i giorni. La porta a battente dell’ascensore si spalanca sul corridoio. Pareti rivestite in marmo, lo stile essenziale. Passi svelti si avviano verso l’Aula Magna tra disegni settecenteschi, vestiboli e lampadari a pendagli in stile Maria Teresa.

La pandemia non ferma i concorsi Un’altra storia tragicomica, però emblematica, ce la racconta la guardia di finanza nella monumentale informativa depositata alla cancelleria della Procura della Repubblica di Perugia il 3 agosto 2021: «Nonostante le strette limitazioni imposte dalla cogente situazione epidemiologica da Covid-19, che riduce drasticamente, se non addirittura impedisce, l’esecuzione di qualsivoglia operazione in presenza, quale, per esempio, l’estrazione dei membri delle commissioni esaminatrici, garantendo l’adempimento degli obblighi di partecipazione fisica e pubblicità dell’evento, la rettrice ritiene comunque necessario proseguire nel percorso finalizzato alla selezione dei quattro professori di prima fascia». Tradotto: neanche la pandemia ferma i concorsi all’Università per Stranieri di Perugia. Per certe cose – annotano i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria impegnati nelle indagini – «la normativa vigente in materia di contenimento dell’emergenza sanitaria connessa all’epidemia rendeva auspicabile una sospensione».

Lo sfogo. Alcune figure, come il direttore generale Simone Olivieri, non indagato in questo procedimento, osservano con crescente preoccupazione le mosse del capo. Marzo 2020. Gli investigatori appuntano: «Dalla captazione di conversazioni telefoniche eseguite sull’utenza telefonica intestata e in uso a Olivieri si evince che anche il dg è dubbioso sulla correttezza delle procedure in fase di esecuzione in ragione delle restrizioni imposte dal governo centrale in forza della grave situazione epidemiologica». ‘Lo Smilzo’ si sfoga in un’intercettazione: «No no no non scherziamo! Poi il decreto dice chiaramente che le procedure concorsuali, tranne quelle che sono per esami curriculare, cioè per titoli, sono sospese per 60 giorni». E ancora, in un’altra: «Ma poi dà anche l’idea che ‘sti posti che deve fare il concorso li deve fa’ de nascosto da tutto mentre la gente è distratta dal coronavirus».

Il disegno criminoso della rettrice. Il regolamento che disciplina le modalità del sorteggio da remoto passa alla ratifica del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione dell’Università. Sempre il dossier della guardia di finanza racconta che «in relazione ai quattro bandi oggetto di indagine emerge inequivocabilmente il disegno criminoso della rettrice ovvero la sua volontà di ‘sistemare’ i candidati interni, adoperandosi spregiudicatamente per garantire loro, aprioristicamente, l’aggiudicazione nelle rispettive procedure selettive anche se ciò, evidentemente, dovesse comportare il mancato perseguimento dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione».”


Leggi l’articolo su “Umbria 24” del 13 gennaio 2022

Leggi l’articolo su “Umbria 24” del 14 gennaio 2022



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