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Catania, Torino, Firenze: Università sotto esame per i concorsi truccati

Catania, Torino, Firenze: negli ultimi mesi ci sono state tre indagini per nomine pilotate. Come mai negli atenei non c'è pace? Lo abbiamo chiesto a chi i "baroni" li ha subiti. E a chi ha un'idea per fermarli. L'articolo su "il Venerdì" di "Repubblica".


Scrive Giulia Torloni sul "Venerdì":

"Nomine e spartizioni di cattedre, scelte pilotate per favorire questo o quel candidato: in questi mesi la concorsopoli dei docenti universitari è stata al centro di vari procedimenti giudiziari. L'Ateneo di Catania, con tre ex rettori e sette direttori imputati per associazione a delinquere; quello di Torino, con sei indagati per la scelta assai discussa di un professore di Chirurgia estetica; e la facoltà di Medicina di Firenze, con 39 persone indagate, anche qui per nomine pilotate.

"Nulla di cui sorprendersi" commenta Nicola Gardini, docente di Letteratura italiana e comparata ad Oxford, "dovremmo invece farlo per il ritardo con cui le istituzioni agiscono nel sistema di reclutamento". Gardini, prima di lasciare l'Italia, aveva ottenuto una cattedra all'Università di Palermo: "Ho vinto un concorso che non avrei dovuto vincere e mi hanno fatto la guerra". Un mobbing che l'ha costretto a lasciare il posto e che ha poi raccontato nel libro "I baroni" (Feltrinelli, 2009). "Il problema è culturale: gli italiani non riescono a pensare socialmente se non in termini di clientelismo. Si presuppone una gerarchia per cui lo scambio è sempre verticale".

Le soluzioni per scardinare un sistema che, al di là del risvolto giudizio, appare immobile, ci sarebbero. Per Gardini occorre prima di tutto determinare, con tabelle sicure, il numero di docenti necessari in un dipartimento e vigilare perché non si creino concorsi ad hocc per persone di cui non si ha bisogno. Ma anche aprire le porte delle facoltà a docenti stranieri porterebbe nuova linfa a un mercato chiuso (...)".


Leggi l'articolo integrale su "il Venerdì" di "Repubblica" del 26 marzo 2021



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