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Business Insider: "Policlinico di Messina e Centro Nemo, dopo una denuncia si muove la Finanza"

Si tratta di una vicenda sulla quale, in tempi non sospetti, "Trasparenza e Merito" aveva acceso i riflettori, pubblicando il testo dell'interrogazione parlamentare e suscitando alcuni articoli sui giornali locali. Oggi ritorna sull'argomento un articolo di "Business Insider" (Gruppo L'Espresso) dal titolo "Policlinico di Messina: si muove la Finanza e da una denuncia emergono favoritismi ad amici e parenti nel Centro Nemo". Pubblichiamo qui alcuni stralci molto interessanti tratti dall'articolo.


Scrive "Business Insider":


"Dalla primavera scorsa incombe inoltre sul Policlinico una denuncia querela sul presunto azzeramento dei posti letto per la riabilitazione. A sporgerla è stata Roberto Dattola, ordinario di Medicina fisica riabilitativa dell’università di Messina, che sarebbe stato già sentito dai Carabinieri. L’accusa di Dattola contro il vertice del Policlinico è di avere eliminato i posti letto per la riabilitazione di pazienti affetti da malattie neuromuscolari. L’unità di riabilitazione neurologica dell’ospedale “era una delle prime in campo nazionale per peso medio e complessità dei pazienti ricoverati”. Ma i posti letto che le spettavano sarebbero stati dirottati secondo Dattola su una struttura privata, il  Centro clinico Nemo Sud. Pur avendo le professionalità “per poter garantire le stesse prestazioni”, il Policlinico avrebbe disatteso “le indicazioni dell’assessorato regionale alla Salute che prevedevano”, con l’assegnazione di 32 posti letto di riabilitazione, “addirittura un potenziamento” della struttura.

Il Centro clinico Nemo Sud, che opera all’interno del Policlinico, è una filiazione della Fondaziona Aurora, una onlus promossa dall’ex rettore dell’università di Messina, Francesco Tomasello, e dal direttore dell’unità operativa complessa di Neurologia e malattie neuromuscolari, Giuseppe Vita. Soci fondatori della Fondazione Aurora sono, accanto all’università e allo stesso Policlinico, l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, l’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica e la Fondazione Telethon.

L’accusa di Dattola, che ha fatto parte del collegio dei fondatori della Fondazione, è che il Centro Nemo Sud si sarebbe retto sull’apporto di docenti “non specialisti in medicina riabilitativa e con la collaborazione di figure e di personale medico e sanitario estranei all’azienda e, peraltro, senza alcuna esperienza nell’ambito del trattamento riabilitativo delle malattie neuromuscolari”. E aggiunge: “Le assunzioni del personale del Centro clinico Nemo Sud sono state fatte senza selezione pubblica e, tra gli assunti della prima ora, figurano il figlio (dirigente medico neurologo) e la nuora (responsabile comunicazione, marketing e fundraising) del professor Giuseppe Vita”.

Dattola muove addebiti sempre più pesanti: “Il professor Vita, nella qualità di direttore del dipartimento universitario di Neuroscienze” ha proposto nella riunione di consiglio del 19 novembre 2013, “al punto 15 dell’ordine del giorno, di conferire direttamente un incarico professionale retribuito, su fondi Telethon a lui assegnati, al figlio dottor Gianluca Vita”. Siamo forse dinanzi all’ennesima parentopoli? Solo le indagini potranno dirci se questi sono fatti episodici, di ordinario clientelismo, o indizi di un più ampio fenomeno sommerso dove entrano in gioco rapporti amicali e parentali.

Conclusione: senza i suoi posti letto il Policlinico ha subito “un inaccettabile crollo qualitativo del percorso formativo degli studenti dei corsi di laurea in medicina e delle professioni sanitarie della riabilitazione, ed ancor più dei medici specializzandi in Medicina fisica e riabilitativa… Sfugge a quali interessi aziendali rispondesse la decisione di dare precedenza all’attivazione del Centro Nemo Sud”.

L’attuale rettore dell’università, Salvatore Cuzzocrea, e l’attuale direttore generale del Policlinico, Giuseppe Laganga, respingono il teorema di Dattola: non è vero che il Policlinico abbia azzerato i posti della riabilitazione; c’era l’esigenza “di introdurre nell’azienda ospedaliera universitaria un modello virtuoso già attivo e operativo a Milano presso l’ospedale Niguarda, che garantisse la continuità assistenziale, terapeutica e riabilitativa…dei pazienti con gravi disabilità neuromotorie”. La Fondazione Aurora e il suo personale “non rappresenta un’esternalizzazione delle prestazioni” del Policlinico, “bensì un’integrazione del setting assistenziale all’interno dell’unità operativa complessa di Neurologia e Malattie neuromuscolari”.

Ribattono i critici: perché allora concedere gratuitamente per trent’anni a una struttura privata locali arredati di tutto punto? Se è vero che il Centro Nemo Sud è un’iniziativa autonoma, perché è il Policlinico a ricevere dalla Regione il denaro per le sue prestazioni riabilitative? Perché non è la Regione a versarglielo direttamente? I responsabili del Policlinico controbattono con i numeri: “Dal 2013 a oggi sono stati effettuati 2.789 ricoveri in day hospital e 1.313 ricoveri ordinari. Complessivamente sono state garantite 27.648 giornate di degenza sia per la riabilitazione neurologica, sia per pazienti ad alta criticità assistenziale”. Nel contempo l’azienda “ha sempre garantito lo svolgimento di attività assistenziale dell’unità operativa complessa di Medicina fisica e riabilitativa”.

La polemica tuttavia non si placa. Solo l’autorità giudiziaria potrà stabilire se tutto ciò costituisce reato oppure no, se chi doveva controllare ha fatto il proprio dovere o si è girato dall’altra parte. E anche la Regione e il ministero della Salute non potranno più starsene in silenzio. Sui fatti del Centro Nemo Sud nell’aprile 2019 avevano presentato un’interrogazione i Cinque stelle, con Pierpaolo Sileri primo firmatario seguito da altri 17 suoi colleghi di partito, tra cui esponenti di primo piano come Elio Lannutti. Gli interroganti erano andati giù pesante: Il Centro Nemo Sud “ha incassato Drg riabilitativi senza avere in organico alcun medico fisiatra…; un centro privato di riabilitazione neurologica ha, dunque, sottratto spazi e posti letto alla riabilitazione aziendale e sottratto introiti alla stessa unità operativa aziendale di Neurologia e malattie neuromuscolari… Il professor Vita controllava i suoi sottoposti in qualità di direttore clinico del Centro Nemo Sud e a sua volta veniva controllato da se stesso in qualità di direttore dell’unità operativa complessa, ruolo per il quale era soggetto ancora al controllo da parte di se stesso in qualità di direttore del Dai, il  Dipartimento ad attività integrata”. E concludevano con l’invito ai ministri competenti a valutare se non fosse “imminente l’esigenza di prendere provvedimenti al fine di ristabilire il rispetto delle norme di legge all’interno del Policlinico”.

Ora che il senatore Sileri è viceministro della Salute, nonché professore associato di Scienze chirurgiche all’università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, certamente non avrà difficoltà a raccogliere il suo stesso invito a prendere provvedimenti e ad agire con la stessa auspicata celerità."


Leggi l'articolo integrale su "Business Insider" del 12 novembre 2019




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