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Bando profilato all'Uni Bologna: sotto osservazione posto per Prof Associato in Coltivazioni Arboree

Oggi mettiamo alla luce del riflettore della comunità scientifica nazionale e internazionale e dell'opinione pubblica il concorso per professore di seconda fascia, da coprire mediante chiamata ai sensi dell’art. 24, comma 6, della Legge 240/2010 per il settore concorsuale 07/B2 SCIENZE E TECNOLOGIE DEI SISTEMI ARBOREI E FORESTALI, settore scientifico disciplinare AGR/03 ARBORICOLTURA GENERALE E COLTIVAZIONI ARBOREE, presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna. Il suddetto bando di concorso presenta un dettagliato "Programma di Ricerca", individuando un profilo troppo specifico e talmente restrittivo da scoraggiare i potenziali candidati, contrariamente a quanto prevedono la stessa legge Gelmini e la Carta europea dei ricercatori. Proprio per dare la pari opportunità a tutti i candidati che hanno i requisiti di partecipazione al concorso, e per garantire una equa e meritocratica valutazione da parte della commissione, il bando avrebbe dovuto contenere esclusivamente un profilo individuato tramite l’indicazione del settore scientifico-disciplinare, ovvero attenersi alla declaratoria. Esiste ormai una consolidata giurisprudenza in materia (Tar e Consiglio di Stato).

A questo proposito, recentemente, il Viceministro Fioramonti ha fatto un duro monito (come abbiamo già scritto in un precedente comunicato), nel quale si può leggere: "Ogni eventuale ulteriore specificazione non dovrebbe avere alcun peso per la selezione del vincitore, e qualora lo avesse (come continua ancora ad accadere) questo solo fatto è sufficiente a decretarne la nullità in caso di ricorso presso la giustizia amministrativa." La parte in cui il bando presenta una eccessiva specificità è "in particolare gli aspetti relativi a miglioramento genetico, fisiologia, tecniche di coltivazione delle specie da frutto e da vite" e "con prioritario riferimento a tali ambiti, assumendo la responsabilità di progetti di ricerca e formazione e di attività di innovazione e trasferimento tecnologico in collaborazione con enti ed aziende, sovrintendendo a giovani ricercatori e figure in formazione, inserendosi nel gruppo di ricerca attivo presso il dipartimento di scienze agrarie nel settore AGR/03". Inoltre, come è facilmente accertabile leggendo il bando stesso, questa procedura, tra le varie procedure inserite nello stesso D.R 895 del 20/05/2019, prevede la valutazione di una "attività di ricerca degli ultimi dieci anni". Come ben capite questo ultimo passaggio fotografa un particolare percorso di studi, tagliando fuori chi ha una esperienza di lungo corso, ben oltre gli ultimi dieci anni di produzione scientifica. Come se non bastasse, va sottolineato anche che diversi aspetti sulla base della quale sarà valutata l'attività di ricerca di questo concorso si discostano dai titoli e relativi criteri di valutazione previsti dal Decreto MIUR 7 Giugno 2016, n.120, nell’ambito dei quali le Commissioni ASN avevano attribuito l’abilitazione alle funzione di Professore di I e II Fascia.

Balza agli occhi anche la complessiva sottovalutazione, in questo bando, di un profilo e curriculum scientifico improntato su esperienze condotte all'estero, che dovrebbe essere un requisito quantomeno preferenziale trattandosi di un concorso per docente strutturato.

E' bene ricordare che, nel momento in cui il bando è stato approvato e poi pubblicato, il curriculum vitae dei candidati che possono parteciparvi è ben noto. 

Questi aspetti, tenuto conto della specifica ed eccessiva profilatura del bando e della sottovalutazione di alcuni parametri, gettano una forte ombra sulla correttezza della procedura e sull'imparzialità dei lavori della futura commissione.

Ragion per cui ci rivolgiamo al Rettore affinché, qualora durante la valutazione si palesassero irregolarità per favorire un candidato a scapito di un altro oggettivamente più meritevole, annulli la procedura.

Il nostro appello di trasparenza, legalità e merito, giusto per rimanere attinenti a Bologna, vuole rifarsi al "Bologna Process Beyond", il Processo di Bologna, che nei prossimi giorni festeggerà i suoi 20 anni, con la presenza all'Archiginnasio di circa 200 rettori, più di mille tra docenti e ricercatori provenienti dagli atenei di tutto il mondo, all'insegna di quella che dovrebbero essere le Università del futuro , sempre più internazionali, sostenibili, connesse al mercato del lavoro e, soprattutto, pensate per e con gli studenti.

Ci rivolgiamo al Miur affinché svolga la sua attività di controllo e garanzia, e poi invitiamo i candidati a presentare, eventualmente, ricorso al Tar ed esposto alla Procura della Repubblica. 

Adesso è necessaria l'attenzione di tutta la comunità scientifica e dell'opinione pubblica sui lavori della commissione di questo concorso, per evitare che all'Alma Mater si compia l'ennesimo abuso.

Leggi il bando di concorso (pp. 65-66) sul sito dell'ateneo bolognese 



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