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Ancora mala università:l'incredibile odissea di Anna La Bruna ricercatrice all'Università di Catania

Anna La Bruna, recente iscritta e membro di "Trasparenza e Merito", è una ricercatrice a tempo indeterminato, con abilitazione scientifica nazionale conseguita nella tornata 2012 per il settore scientifico disciplinare della Storia del pensiero economico.

La novità è che da qualche mese è stata reintegrata in servizio presso l’Università di Catania in esecuzione di una sentenza del Tar Catania (n.1498/2015) di ben 4 anni fa, che è stata pienamente confermata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa (n.110/2016). I giudici del Cgars avevano infatti rigettato nel 2016 sia l’appello proposto dall’ateneo che quelli incidentali presentati dai colleghi che - del tutto illegittimamente - l'avevano preceduta in graduatoria.

Come mai, direte voi, è stata reintegrata solamente da pochi mesi? Bella domanda. Proviamo a spiegarvelo, sentenze alla mano.

La sentenza del Tar aveva recepito in pieno, infatti, i suoi rilievi sulla legittimità della graduatoria approvata dal Dipartimento di Scienze politiche per l’assegnazione delle risorse del Piano Straordinario relativo alla chiamata dei professori di seconda fascia (prof. associati) dell’ateneo di Catania, ed aveva ordinato l’avvio di una procedura di concorso nel settore di Storia del pensiero economico e l’annullamento di tutti i  provvedimenti impugnati nel ricorso. Tra questi vi era anche il decreto rettorale che la collocava in quiescenza e le procedure di valutazione dei professori di seconda fascia dei SSD SPS /04 e SPS/10.

La collega ha dovuto dunque attendere più di quattro anni, una nuova sentenza del Tar per l'esecuzione del giudicato e l’insediamento di un "commissario ad acta", per poter riprendere il servizio e per poter tornare a percepire lo stipendio, incredibilmente sospeso dal 1 novembre 2015. Non ha percepito in quel periodo neppure il trattamento pensionistico poiché, come già detto, il provvedimento di collocamento in quiescenza era stato annullato dai giudici. Un danno enorme, in termini di carriera, di vita professionale e sociale, oltre che in termini economici.

Scrivono i giudici in questa importantissima sentenza che crea un precedente giuridico molto significativo: “il comportamento dell’Amministrazione risulta elusivo del giudicato”. "L'annullamento dell'atto amministrativo che fa cessare illegittimamente un rapporto di impiego pubblico determina come conseguenza naturale il ripristino del rapporto nella sua pienezza, quale si svolgeva e avrebbe dovuto continuare a svolgersi, con tutte le conseguenze di anzianità, di carriera e di retribuzione".

Il Tar Sicilia, nel 2019, ha provveduto ad annullare anche il provvedimento di indizione da parte dell'ateneo di Catania di una procedura ai sensi dell’art. 18 nello stesso settore concorsuale viziata da diversi motivi di illegittimità  e la nomina di una commissione valutatrice tutta composta da professori di un altro settore scientifico disciplinare rispetto al profilo del bando.

Un tassello essenziale per l’elusione della sentenza prestandosi quel bando ad essere predeterminato a suo danno, come ha chiarito anche la recente ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Catania a seguito dell'inchiesta "Università bandita" delle indagini della Procura di Catania, in cui sono riportate le intercettazioni che esplicitamente fanno riferimento a questa vicenda.

La professoressa La Bruna rimane in attesa dell’esecuzione delle altri parti della sentenza, quali la risoluzione dei rapporti di lavoro in essere con le controparti e l’indizione di una procedura di concorso corretta , sotto il controllo e la guida del "commissario ad acta" nominato dai giudici che si sostituisca ad una Amministrazione rivelatasi inadempiente ed elusiva, che le consenta di conseguire l’avanzamento di carriera alla quale aspira legittimamente da oltre quattro anni e che è stato assicurato a tutti i colleghi del suo dipartimento che la seguivano nella graduatoria dei ricercatori a tempo indeterminato abilitati ed in servizio.

Un grande in bocca al lupo da parte dell'Associazione va ad Anna, che ha dovuto subire a suo danno in tutti questi anni un trattamento davvero vergognoso da parte dell'ateneo di Catania, ma che con coraggio e determinazione ha portato avanti il suo ricorso senza mai arretrare di un passo, e che oggi attende che sia fatta pienamente giustizia.


Leggi la sentenza del Tar Sicilia del 21 febbraio 2019

Leggi il testo dell'articolo (vedi immagine) del "Corriere della Sera" del 11 settembre 2019



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