Il ricorso del ricercatore-avvocato rinviato alla Corte europea.
Tre giudici del Tar del Lazio ora mettono in discussione la legge Gelmini, la “240” sull’università italiana, in un suo passaggio centrale: i ricercatori precari. La sezione Terza, infatti, ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione europea il ricorso di un avvocato amministrativista – Federico Dinelli. Nella sua istanza, scritta con il collega di studio Giuliano Gruner, Dinelli chiede di essere stabilizzato – cioè assunto da Roma Tre - in conseguenza “dell’accertamento dell’incompatibilità della legge Gelmini, nella parte in cui rende strutturale la figura del ricercatore precario, con i principi del diritto europeo in materia di contrasto all’abuso del rapporto di lavoro a tempo determinato”. Il Tar ha fatto propri questi argomenti e li ha girati in Lussemburgo. In mano alla Corte di giustizia europea adesso c’è il destino di migliaia di precari – ed ex precari espulsi – dell’Università italiana. Di questa ordinanza – emanata il 28 novembre scorso, resa pubblica in queste ore – dovrà tenere conto anche il viceministro Lorenzo Fioramonti che, con la sua delega all’università, ha dichiarato di voler estremizzare la stessa “Gelmini” con una nuova riforma dell’arruolamento accademico: cinque anni, ha proposto ai ricercatori Fioramonti, e chi non ha ottenuto la cattedra uscirà dal circuito.
L'articolo di Corrado Zunino su Repubblica.it del 8 aprile 2019
Leggi l'articolo su Repubblica.it del 8 aprile 2019
Leggi la sentenza del Tar pubblicata il 3 aprile 2019
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