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Mala università: Foggia, Pescara, Firenze. Gli atenei attaccano i denuncianti

A due settimane dalla inchiesta "Agnese nel Paese dei Baroni", pubblicata su Repubblica, la risposta di molti atenei è stata quella di attaccare i denuncianti. A Foggia i ribelli di Agraria, separati dal rettore e costretti in dipartimenti diversi. A Pescara nessuna censura nei confronti del professore registrato nell'audio ora in procura. A Firenze richieste le interdizioni all'insegnamento per il rettore e sette indagati. L'articolo di Corrado Zunino.


ROMA - Due settimane dopo l'inchiesta di Repubblica "Agnese nel Paese dei baroni", che ha aperto un dibattito in tutto il Paese sulll'università italiana e i suoi concorsi pubblici, la risposta di alcuni atenei raccontati nel longform è stata omogenea: attaccare i denuncianti. L'Università di Chieti-Pescara ha affrontato con evidente imbarazzo l'audio che la ricercatrice di Economia, Agnese Rapposelli, aveva registrato il 29 maggio 2019 nello studio del commissario di commissione, il professor Roberto Benedetti. Nella registrazione si ascoltava in maniera chiara una proposta di accomodamento dei prossimi concorsi banditi dall'università nel settore: "Io sto cercando di offrirti una soluzione che porti a qualcosa di tangibile", dice l'ordinario di Statistica economica. L'audio è depositato da quindici mesi - quindici - alla Procura di Pescara.

Il Dipartimento di Economia, letto e ascoltato, ha convocato un Consiglio straordinario, cui ha partecipato Agnese ma non il barone. Nel corso delle tre ore di dibattito sono emerse due posizioni. Una, minoritaria, che chiedeva un atto di censura forte nei confronti del professor Benedetti. L'altra che derubricava l'intera vicenda a "una registrazione privata" distante dall'attività istituzionale dell'università. Il direttore del Dipartimento, dopo aver espresso solidarietà "a entrambi i protagonisti" - la vittima e l'organizzatore di corsie preferenziali -, non ha fatto stendere un verbale che provasse a conciliare i due punti di vista e ha affidato il suo giudizio sulla vicenda alla sbobinatura delle tre ore di interventi che sarà pronta tra diverse settimane. Si riparte, all'Università di Chieti-Pescara, come se nulla fosse accaduto.

L'inchiesta longform ha ricordato, quindi, il processo prossimo a carico di diciannove docenti dell'Università di Foggia, tra cui prorettori, ex rettori, direttori generali dell'università e direttori di progetto. Abuso d'ufficio, truffa e peculato per un ammanco totale di 2,8 mlioni di euro, sono le contestazioni. L'investigazione della Guardia di Finanza aveva preso avvio dagli esposti di due docenti e due ricercatori del Dipartimento di Agraria, tra loro Matteo Alessandro Del Nobile, professore ordinario del corso di Scienze e tecnologie alimentari, autore o co-autore di oltre trecento lavori sulla scienza degli alimenti, 27° studioso al mondo nella sua disciplina per pubblicazioni e loro diffusione. Già il Senato accademico, con una decisione inedita, aveva impedito ai quattro ribelli di accedere al nuovo dipartimento creato proprio per separare i contestatori dai restanti docenti e ricercatori. "Motivi di salute", aveva spiegato l'organo accademico. Ora, uscita l'inchiesta giornalistica, il rettore ha imposto ai professori Matteo Del Nobile e Diego Centonze, alle due ricercatrici Amalia Conte e Carmen Palermo di disperdersi ognuno in un dipartimento diverso. Insieme, si suppone, sono pericolosi per l'ateneo. E a proposito dell'inchiesta di procura, il rischio di conflitto interessi interno è alto: uno degli indagati di peso, il pro rettore vicario Agostino Sevi, è il fratello di Marta Sevi, responsabile dell'ufficio legale dell'Università di Foggia.

La Procura di Fienze, ancora, ha chiesto l'interdizione dall'insegnamento per l'ex rettore dell'Università di FirenzeLuigi Dei, il professor Niccolò Marchionni e altri sei a cui si contesta di aver pilotato concorsi su candidati di fiducia.


Leggi l'articolo su "la Repubblica" del 6 maggio 2021



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