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Università di Cassino, bilanci falsi e debiti, indagato l’ex rettore e altri 7 dirigenti

Secondo alcuni articoli riportati sui quotidiani, otto persone, tra cui l’ex rettore dell’Università di Cassino e il Presidente della Corte dei Conti Lazio, sono indagate per falso in bilancio e falso ideologico. Secondo gli inquirenti avrebbero nascosto dai bilanci dell’ateneo svariate decine di milioni di debiti con il fisco.


L'ex rettore dell'Università di Cassino, Ciro Attaianese - riporta un articolo su FanPage.it - è indagato insieme ad altre sette persone, a vario titolo, per falso ideologico e falso in bilancio. Dal 2013 al 2015, infatti, nei bilanci dell'ateneo sarebbero stati nascosti debiti da svariate decina di milioni di euro. A lui oggi, insieme ad altre sette persone, è arrivato l'avviso di conclusione delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza e dalla procura di Cassino. Secondo i finanzieri l'esame della documentazione amministrativa e contabile dell'Università ha permesso di scoprire come l'allora rettore pro tempore, due direttori generali pro tempore e il delegato al bilancio pro tempore, abbiano "iscritto nei bilanci consuntivi del 2013 e 2014 importi dei debiti previdenziali diversi da quelli risultanti dalle rispettive schede contabili. Sempre con riferimento al medesimo arco temporale, si è accertato, inoltre, che 4 Revisori dei Conti avevano falsamente attestato la corrispondenza dei dati dei predetti bilanci con le risultanze della contabilità pubblica dell’università cassinate. E' stata, altresì, interessata per i profili relativi al danno erariale cagionato la competente Procura regionale della Corte dei Conti, in quanto per il mancato versamento nei termini dovuti dei milioni di contributi previdenziali, l’ateneo ha dovuto corrispondere all’agenzia delle entrate – riscossione un ulteriore milione a titolo di agio di interessi".

La scoperta del debito sarebbe stata fatta nel 2017 dal rettore Giovanni Betta, che nel Durc, "Documento unico di regolarità contributiva", avrebbe trovato quella cifra monstre. "Tenderei a pensare a una cattiva abitudine consolidata nella pubblica amministrazione, fare cassa con i pagamenti in ritardo, che è sfuggita clamorosamente di mano", aveva dichiarato allora il professore, che aveva allertato la Guardia di Finanza proprio per far luce su questi debiti non inseriti in bilancio.

Tra gli otto indagati - sottolinea un articolo su "Repubblica (ed. Roma)" - c’è anche il neo presidente della Corte dei Conti del Lazio, Tommaso Miele, l’uomo incaricato di giudicare politici, alti funzionari pubblici e manager dei principali enti e società controllate d’Italia per recuperare spesso somme ingenti frutto di sperperi colossali, che quasi paradossalmente si trova invece ad essere indicato come uno degli artefici dei falsi che avrebbero danneggiato l’ateneo e causato così proprio un danno erariale.

Prima il colonnello Massimiliano Fortino, comandante del Gruppo di Cassino, e i suoi uomini e poi gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria di Frosinone, diretti dal tenente colonnello Claudio Gnoni, hanno messo sotto il microscopio i bilanci e tutti i movimenti di denaro dell’ateneo, eseguendo anche accertamenti bancari capillari. Tirate le somme delle indagini, sono state quindi formulate le accuse di falso e sono ora partiti gli avvisi di garanzia.


Leggi l'articolo su FanPage.it del 22 luglio 2019

Leggi l'articolo su "Repubblica (ed. Roma)" del 22 luglio 2019



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