Mettiti “Scomodo” per parlare di Mala università! Condividiamo la bella intervista sul libro Mala università di Giambattista Scirè, pubblicata in un articolo sulla rivista degli studenti universitari Scomodo (come l’ha definita "Repubblica", la più letta in Italia e in Europa nel mondo dei giovani universitari, under 25), formata da una redazione di più 850 collaboratori volontari, cioè studenti sparpagliati nei vari atenei italiani, e centinaia di migliaia di followers raggiunti sui vari social. L’articolo, nel quale la redazione di "Scomodo" sposa la disamina contenuta nel libro e le attività di Trasparenza e Merito per cambiare l'università, si intitola “Se la malattia si chiama Università. Il caso Scirè, il potere assoluto e le infiltrazioni “mafiose” negli atenei italiani” e fa una interessante e approfondita analisi del sistema di potere accademico, dentro e fuori l’università, riportando anche la recente vicenda dell'impossibilità di accesso agli atti, lamentato dall’unità investigativa di Greenpeace, sugli accordi sottobanco tra multinazionali e atenei italiani. Quando si parla, infatti, di attività e progetti dell'università italiana tutto deve essere tenuto nascosto, fatto in segreto, in un Paese come il nostro che in termini di trasparenza degli atti e delle informazioni, si colloca al livello della Nigeria, dell’India, dell’Ucraina. Come sapevamo già, dunque - ma questa intervista lo conferma! - per provare a cambiare l’università, non si può guardare al mondo accademico, che non ha alcun interesse a modificare le cose e che in realtà è parte essenziale del cancro mafioso di cui si parla nel libro, ma bisogna guardare, non alla politica connivente!, ma ai cittadini, alle famiglie e soprattutto agli studenti universitari, che sono già l’università che verrà, la ricerca prossima ventura e il futuro di questo, oggi disastrato, Paese. Scrive "Scomodo": "La relazione dunque tra studenti, studentesse e docenti volge lo sguardo ad un ulteriore orizzonte di riflessione. Il futuro per l’università diventa precario, debole e fallimentare a partire dall’insegnamento passando dalla ricerca ed alle relazioni di crescita tra i saperi. Come può la ricerca accademica essere realmente funzionale ad un cambiamento intellettuale? «Una volta compreso che un sistema universitario più equo, più democratico, più trasparente, più meritocratico, giova a tutti, mentre da un sistema truccato, corrotto, clientelare, diseguale, traggono vantaggio in pochi, o comunque un ristretto numero di persone rispetto alla maggioranza, occorre convogliare le energie attraverso una spinta dal basso, che porti a uno scatto, a un cambiamento e a una vera e propria rivoluzione culturale».
Come può allora crearsi l’impatto culturale e al limite del rivoluzionario tanto auspicato dall’accademia fin dalle proprie origini?".
Per questa ragione "Trasparenza e Merito" ha deciso di iniziare un confronto e una collaborazione con i gruppi e movimenti studenteschi degli atenei d’Italia, iniziando proprio dagli amici della rivista “Scomodo”, che li rappresentano a livello nazionale, e con i quali si sta preparando un progetto sulla legalità.
Stay tuned.
Intanto, buona lettura!
Leggi l'articolo-intervista integrale di "Scomodo" del 22 ottobre 2021
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