NOVITA' importante in fatto di sentenze amministrative su concorsi universitari. Ricordate, molti anni fa, quando i ricorsi rimanevano sospesi per anni prima di giungere ad una decisione da parte dei tribunali? Poi è nata l’associazione Trasparenza e Merito che ha completamente cambiato la mentalità e la psicologia nell’approccio alle procedure di concorso universitario da parte dei candidati ingiustamente penalizzati, che hanno iniziato ad avviare contenziosi. Importanti sentenze hanno definito dei precedenti fondamentali in materia di reclutamento. Ora, finalmente, si accorciano anche i tempi di decisione dei tribunali amministrativi.
E’ quanto ha stabilito l’ordinanza di ieri dei giudici del Tar Firenze che ha disposto la rinnovazione della valutazione di un concorso già in fase cautelare, senza dover attendere i soliti tempi lunghissimi per la sentenza di merito, evitando possibili danni erariali. E’ un significativo e importante passo avanti, giuridicamente parlando.
Il ricorso è stato proposto da una collega che si è rivolta alla nostra associazione ed è stata messa in contatto con un avvocato esperto e specializzato in bandi e concorsi universitari.
Il posto messo a bando è di ricercatore a tempo determinato (tipologia A) per il settore concorsuale 11/C2 (Logica, Storia e Filosofia della Scienza), settore scientifico disciplinare M-STO/05 (Storia delle Scienze e delle Tecniche) presso il Dipartimento di Biologia dell'Università degli Studi di Firenze.
Vista la rilevanza del provvedimento appare utile riportare per intero il testo dell’ordinanza sospensiva dei giudici:
“Ritenuto che il ricorso appare suscettibile di un positivo apprezzamento in quanto non appare evincibile l’iter logico seguito dalla commissione, non sussistendo elementi che consentano di evincere che sia stata valutata adeguatamente la maggiore produzione quantitativa delle pubblicazioni della ricorrente (126 titoli a fronte di 14 del controinteressato), così come il numero degli articoli qualificati in classe A; Considerato, altresì, che anche a seguito della revisione della valutazione sui punteggi, successiva alla nota del 17 febbraio 2020 del responsabile del procedimento, la circostanza che l’attività di ricerca della ricorrente sia stata giudicata “soddisfacente” non dimostra, di per sé, che alla consistenza complessiva delle pubblicazioni sia stato attribuito il giudizio di “buono” anziché “ottimo”; Preso atto che il distacco (di due soli punti) tra il punteggio ottenuto dal controinteressato e quello attribuito all’odierna ricorrente potrebbe essere colmato da una diversa valutazione che tenga conto delle incongruenze sopra citate; Ritenuto necessario, pertanto, che una commissione di valutazione, in diversa composizione proceda ad una rinnovata valutazione comparativa nei confronti della ricorrente, avendo a riferimento i rilievi sopra citati. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana (Sezione Prima), accoglie e per l'effetto: sospende i provvedimenti impugnati; dispone che l’Università proceda, attraverso una commissione esaminatrice in composizione diversa da quella che ha espresso il contestato giudizio di idoneità, a nuova valutazione comparativa dei candidati, con procedimento che dovrà essere concluso entro e non oltre il 20 dicembre 2020, previa nomina della predetta commissione”.
In uno Stato civile degno di questo nome la pubblica amministrazione, nella fattispecie l’Università, dopo l’esito di una sentenza di merito prende atto di quanto stabilito dal Tribunale, non oppone resistenza, nomina una commissione che valuti correttamente, tenendo conto dei parametri stabiliti in sentenza, e restituisce quanto illegittimamente sottratto al ricorrente costretto ad adire l’autorità giudiziaria. Siccome in Italia, purtroppo, con questa università, con questo Governo, con questo Ministero, tutto ciò non accade (perché l’università si ritiene al di fuori della giurisdizione dello Stato italiano e perché il Governo, letteralmente, se ne frega, anzi fa da sponda agli abusi degli atenei) allora i tribunali amministrativi si vedono costretti a ridurre i tempi e sospendere il procedimento di un concorso irregolare già in fase cautelare. Come è accaduto nei confronti dell’Università di Firenze. Si spera che, a questo punto, l’Università prenda atto ed esegua. In caso contrario consigliamo già fin d’ora alla ricorrente di depositare un esposto alla Procura della Repubblica affinché nella condotta materiale si accertino eventuali reati di carattere penale, a qualsiasi livello siano stati commessi.
Leggi l'ordinanza del Tar Toscana del 10 settembre 2020
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