L'articolo di Tomaso Montanari, docente universitario, storico dell'arte e saggista sul "Fatto quotidiano". dal titolo "L'università che va a colpi di clan". Mali d'Italia. Atenei devastati da corruzione e concorsi truccati. Clan accademici violentemente vendicativi, fortemente gerarchici e acritici. Propone tesi che "Trasparenza e Merito" sostiene da tre anni. Parla di vittime delle mafie e si chiede: "di quale università ha davvero paura la mafia?" e "che posto ha la giustizia nell'università italiana di oggi?".
Scrive Montanari:
"All'Università oggi si laurea solo il 5,3% dei figli di genitori senza titolo di studio, il 14% dei figli di genitori con la sola licenza elementare, il 45% dei figli di diplomati e l'83,6% dei figli di laureati. E le università non condividono il sapere con i cittadini ma propongono una offerta formativa attraverso ottusi meccanismi aziendalistici, che alcuni vorrebbero spingere fino a creare una oligarchi della ricerca. Ma, allora, che posto ha la giustizia nell'università italiana di oggi? E per dirla proprio tutta, che paura può fare alla mafia un'università sempre più devastata da fenomeni di corruzione, di potere, di concorsi truccati? Fenomeni per i quali le procure ravvisano il reato di associazione a delinquere, i e i giornali parlano, con a torto, di "mentalità mafiosa": perché fondata sull'appartenenza a clan accademici, perché violentemente vendicativa, fortemente gerarchica e acritica. Davvero pensiamo che questa università possa fare paura alla mafia? (...) Ci vuole una università in cui un giovane brillante nato in una famiglia povera, emarginato dalla scuola pubblica e quindi "adottato" da un clan mafioso e avviato a una formazione da manager, da colletto bianco al servizio degli interessi criminali - sappiamo bene quante storie così esistono davvero - ebbene, un'università in cui quello studente brillante e destinato al peggio possa imparare che il successo e il profitto non sono l'unico metro; possa imparare non solo una tecnica che lo renda competente ed esperto, ma anche un orientamento morale, e una responsabilità civile, possa incontrare professori spogli di ogni potere, se non quello della conoscenza: non padroni, capi, baroni, ma servitori del bene comune. E che, allora, almeno un dubbio possa attraversargli la mente: facendogli vedere che c'è un'alternativa. Che un riscatto è possibile".
Leggi l'articolo integrale sul "Fatto quotidiano" del 22 marzo 2021

Spero davvero con tutto il cuore che esistano anche oggi persone onorevoli come i ns costituenti, il prof Montanari scoperchia uno dei cancri antidemocratici quello delle università e chi ha figli come me, dei bravissimi e competenti figli con dottorato di ricerca che aspiravano a continuare a lavorare e studiare e ricercare nella propria università e che invece sono entrambi all'estero per non subire e accettare di abbassare la testa e essere trattati da servitori, conosce bene ma non possiede armi per difendersi.
La lettera seguente ancora di più sostiene la tesi che se ci uniamo tutti cittadini ma soprattutto gli intellettuali sani veri di questo Grandioso ma altrettanto disgraziato Paese forse possiamo ma anzi direi dobbiamo cambiare e sovvertire…
Al prof. Montanari: esiste in Italia un centro i potere incorrotto? Se ritiene che non esiste deve condividere la seguente lettera. Lettera aperta al Presidente Mario Draghi
Signor Presidente,
hanno scritto:
Piero Calamandrei: Nel principio della legalità c'è il riconoscimento della uguale dignità morale di tutti gli uomini, nell'osservanza individuale della legge c'è la garanzia della pace e della libertà di ognuno.
Primo Levi: Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà.
Umberto Eco: Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare … il ‘fascismo eterno’ … è ancora intorno…