La politica (al governo come all'opposizione), nel corso degli anni, ha dimostrato finora di sottovalutare, quando non addirittura di coprire, gli abusi ai concorsi universitari che si susseguono impetuosamente ormai da tempo in tanti, troppi, atenei d'Italia. E' in ballo la credibilità dell'intera istituzione universitaria (il mondo accademico continua a fare orecchio da mercante) che dovrebbe rappresentare il motore per lo sviluppo e il progresso scientifico, culturale ed economico del paese. I fondi europei del Pnrr su università e ricerca sono fortemente a rischio di essere preda di "gruppi di potere" che agiscono con metodi illegali e spesso con linguaggi e modalità pseudo-mafiose, e che tengono in ostaggio l'università pubblica.
Sarebbe bene che le forze politiche o comunque le singole personalità più avvertite e attente alle questioni che noi poniamo con forza e in solitudine, prendessero posizione apertamente e una volte per tutte, come hanno fatto, qualche tempo fa, la senatrice Margherita Corrado e, adesso, la senatrice Paola Binetti.
Hanno già fatto, entrambe, molte interrogazioni parlamentari al Senato in merito a concorsi e procedure truccate, con sentenze di tribunali amministrativi o inchieste delle procure, senza avere adeguate risposte dal ministero dell'università e ricerca. Oggi proponiamo e diamo il risalto che merita a questo comunicato pubblicato dalla senatrice Binetti.
UNIVERSITÀ. BINETTI: RIPARTIRE DA CONCORSI TRASPARENTI
(DIRE) Roma, 17 mag. - "Se si pensa alle grandi riforme di cui il
Paese ha bisogno, il Pnrr ha un punto di snodo essenziale
nell'Università, nella sua azione di ricerca avanzata e nella
formazione di una futura classe dirigente competente nei diversi
ambiti di sviluppo scientifico ed economico, tecnologico e
organizzativo, umanistico e sociale. Ma proprio per questo
l'Università ha bisogno di docenti capaci di assumere questa
mission specifica mostrandosi all'altezza delle aspettative del
Paese. Ma, come è tristemente e drammaticamente noto, in molti
casi non è affatto così. L'ultima inchiesta è quella che ha
scoperchiato il sistema dei concorsi pilotati alla facoltà di
Giurisprudenza dell'Università di Genova. Una ventina gli
indagati tra docenti, ricercatori e amministrativi; ma le
indagini si stanno estendendo anche ad altri atenei italiani,
dalla Sapienza di Roma alla Bicocca di Milano, fino a Modena e
Reggio Emilia. Dovunque si percepisce un clima di sospetto che
crea uno scenario avvilente. Anche la ministra dell'Università,
Maria Cristina Messa, è intervenuta recentemente su quello che ha
definito come il problema del reclutamento. La Messa ha parlato
chiaramente dei concorsi universitari, come di una delle priorità
del Paese, sottolineando la necessità di essere il più possibile
trasparenti di fronte a tutta la società, soprattutto in un
momento come l'attuale in cui le risorse ci sono e vanno gestite
correttamente. La ministra non ha però detto in che modo questa
antica piaga potrà essere sanata. Ha però sottolineato come ciò
dovrebbe avvenire nel rispetto dell'autonomia riconosciuta ai
singoli atenei, che gestiscono a livello locale le procedure di
reclutamento per l'accesso alla carriera universitaria. Ora
questa operazione sarà tanto più credibile se la stessa ministra
si farà carico dei tanti ricorsi che ci sono stati in questi
ultimi anni e che sono concretamente documentati, a volte perfino
con sentenze del Tar o del Consiglio di stato, ma senza che i
rispettivi rettori abbiano dato seguito con fatti concreti alle
denunce concrete ricevute. Non è possibile credere in un futuro
migliore per l'Università se non si comincia da ora a fare
giustizia, rendendo giustizia a chi è stato discriminato dalla
stessa università, per ragioni di facile clientelismo, la cui
documentazione è agli atti e accessibile a chiunque voglia fare
chiarezza e riaccendere la speranza di una maggiore trasparenza
ed efficienza nei nostri Atenei".
(Rai/ Dire) 16:38 17-05-22
Si legga il comunicato stampa sul sito della senatrice Binetti
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