Sollecitati dall'ennesima segnalazione ricevuta al nostro indirizzo - l'ultima in ordine di tempo giunta da una collega - che ha lamentato la mancata pubblicità e trasparenza data sul sito dell'ateneo di Pisa alle procedure di concorso pubblico - ahi noi ormai pare che l'associazione "Trasparenza e merito" sia diventata l'unico vero punto di riferimento per tutte quelle persone che credono ancora in una Università più trasparente e legale - siamo andati a controllare. E indovinate cosa abbiamo scoperto?
Come dimostrano i link che evidenziamo (a semplice titolo di esempio) alla fine della pagina, su una qualsiasi recente procedura di concorso per ricercatore a tempo determinato (sia junior che senior), non vengono pubblicati mai i verbali con le relazioni sulle valutazioni fatte dalle commissioni di concorso, ma troviamo solo il verbale di approvazione degli atti da parte del Rettore (nella migliore delle ipotesi solamente la graduatoria ma nessuna indicazione su come la commissione sia arrivata a stabilire i punteggi finali).
Siamo andati a verificare, incuriositi, sul sito la Bussola della Trasparenza, un portale che dovrebbe teoricamente controllare il livello appunto di trasparenza dei vari enti della pubblica amministrazione (e quindi anche degli atenei), e ci siamo accorti che secondo la valutazione fatta da quel sito, all'ateneo di Pisa sarebbe tutto regolare. Neanche per idea, la realtà è ben diversa. Evidentemente il controllo fatto dal sito non prevede l'approfondimento all'interno dei link alla procedure di concorso, ma semplicemente certifica il fatto che esista la pagina di riferimento, non cosa è contenuto in essa e cosa invece dovrebbe contenere.
Come è noto, esiste un Decreto legislativo del 2013 (n. 33) che si intitola "Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni" alla quale l'Università deve obbligatoriamente attenersi. Alcuni atenei, come potrete agilmente verificare in rete, pubblicano in modo chiaro tutti i passaggi della procedura del concorso, dalla nomina della commissione, alla scelta dei criteri di valutazioni fino ai verbali con le relazioni che portano poi alla individuazione dei punteggi e alla stesura della graduatoria finale. Si dà il caso che l'Università di Pisa non lo faccia. Ed è molto probabile che anche altri atenei italiani non lo facciano.
Chi deve intervenire affinché un ateneo si metta in regola in modo tale da rendere trasparenti e chiari gli atti di reclutamento che riguardano non soltanto la comunità scientifica ma anche tutti i cittadini? Gli uffici adibiti al controllo della trasparenza nei portali degli atenei evidentemente sono distratti. In tal caso la responsabilità generale per ogni ateneo, secondo le linee guida del Piano Anac, è attribuita al direttore generale. Ci risulta che, il 14 maggio del 2018, il Miur e l'Anac hanno firmato un Atto di indirizzo (n. 39) su anti corruzione e trasparenza. Che fine ha fatto quell'atto in termini pratici se un importante ateneo italiano si permette il lusso di non applicare neppure il livello minimo di base, il minimo indispensabile della trasparenza a cui è tenuto un organismo della pubblica amministrazione?
Abbiamo inoltre appreso la notizia che oggi, all'ateneo di Pisa, nell’aula magna storica del Palazzo della Sapienza, e alla presenza proprio del rettore Mancarella, il presidente dell'Anac Raffaele Cantone ha tenuto una lectio magistrali dal titolo “La prevenzione della corruzione: strumenti, risultati, prospettive".
Vogliamo sperare - anzi siamo certi - che Cantone le abbia giustamente cantate di santa ragione a proposito di mancata trasparenza al caro rettore. Se non lo avesse fatto sarebbe molto deludente per chi crede nel ruolo istituzionale che l'Anac deve avere in casi come questo.
Ci rivolgiamo inoltre al Miur, quindi al ministro Bussetti, al viceministro Fioramonti, al capo dipartimento Valditara e al direttore generale Livon: cosa si aspetta a fare almeno dei controlli generici su questioni che un qualsiasi organo di garanzia e vigilanza degno di questo nome dovrebbe fare senza bisogno di essere sollecitato, un giorno sì e l'altro pure, dalla nostra associazione? Oppure dovremo rassegnarci, come pare aver fatto purtroppo la nostra collega dall'estero (e ci sarà pure una ragione se poi i migliori cervelli fuggono dall'Italia), e chissà quanti altri, che si rivolgono non al Rettore, non al Ministero, non all'Anac ma direttamente a noi?
Procedura Ricercatore tipo A Uni Pisa (a titolo di esempio):
Procedura Ricercatore tipo B Uni Pisa (a titolo di esempio):
Leggi il Decreto legislativo n. 33 del 2013 (aggiornato al n. 97 del 2016)
Consulta il Portale Bussola della Trasparenza
Questa informativa giunge proprio in tempo: ho fatto richiesta di accesso agli atti due concorsi ( https://www.unipi.it/ateneo/bandi/ricercat/ricercator1/Procedura-5/fisica/index.htm e https://www.unipi.it/ateneo/bandi/ricercat/ricercator1/Procedura-8/index.htm) proprio perché l'Università di Pisa non ha nessuna informazione oltre alla classifica. L'Università richiede il
"rimborso anticipato dei costi di ricerca e di riproduzione, che ammontano complessivamente a € 23,00. " A questo punto chiedo quanto questa richiesta sia coerente con la legislazione in quanto se avessero pubblicato tutti i verbali (come ho visto fare in altri concorsi per esempio a Roma1 e Napoli) avrei avuto probabilmente le informazioni che mi servono per fare le mie valutazioni .