Sull'inserto del Corriere della Sera "Io Donna" del 2 febbraio 2019, Fiorenza Sarzanini nella sua rubrica dal titolo Qui Corriere. Dietro le inchieste più scottanti scrive un importantissimo editoriale dal titolo "Professori d'illegalità", con un sottotitolo inequivocabile:
"Una serie di inchieste in tutta Italia hanno svelato come in molte Università carriere ed esami fossero "pilotati" da alcuni docenti per favorire i propri protetti. Uno scandalo che squalifica il lavoro di tutti".
Dedica l'argomento della rubrica di oggi a quella che è la questione sollevata spessissimo, e purtroppo in solitaria (o quasi) da "Trasparenza e merito" e che è la missione stessa dell'associazione, ovvero la lotta all'illegalità, alla mancanza di trasparenza nelle procedure di reclutamento all'Università.
Scrive la coraggiosa giornalista: "Accordi per superare gli esami, trucchi per spartirsi le cattedre, intese per assicurare ai propri assistiti i dottorati. Le inchieste aperte dai magistrati di mezza Italia svelano quale sia il metodo più veloce e sicuro per assicurarsi un posto di prestigio nelle università. Ma anche per riuscire a farsi promuovere e così arrivare sino alla laurea. Un sistema fatto di conoscenze, favori, talvolta anche versamenti di denaro. L'indagine avviata a Firenze e rivelata un mese fa, con 15 professori indagati perchè avevano alterato i risultati delle prove in modo da assegnare posti a chi non aveva titolo, fa emergere soltanto l'ultimo di una serie di scandali che mostrano quanto alto sia il livello della corruzione.
Un anno fa si è scoperto come a La Sapienza di Roma i componenti della commissione concorsi votavano a favore dell'allievo indicato dal professore, venissero ricompensati: una cattedra o comunque un incarico di rilievo nell'ateneo. Svariati fascicoli sono stati aperti in Puglia per esplorare il "mercato" delle docenze, arrivando poi a individuare un professore che avrebbe promosso studentesse in cambio di rapporti sessuali. In tutta Italia la Guardia di Finanza ha denunciato alla Corte dei Conti docenti e assistenti che lavorano a tempo pieno nelle facoltà di Ingegneria, Architettura e Chimica ma in realtà svolgevano attività private - progettazioni, consulenze, esami e perizie - con compensi da capogiro. Nel settembre 2017, quando a Firenze furono arrestati alcuni professori di diritto tributario che "pilotavano" i concorsi per favorire i propri collaboratori, si è scoperto che a presentare la denuncia era stato un ricercatore determinato a fermare la spartizione. La strategia dei docenti era stata studiata nei dettagli: per ogni concorso si promuoveva il "pupillo" di uno di loro, gli altri erano costretti a rinunciare.
"Avrei potuto partecipare aspettando il mio turno, ma ho preferito fare la mia parte avvisando i magistrati", ha detto il ricercatore per spiegare la decisione di chiamarsi fuori e andare contro i "baroni". Sarebbe bello che anche altrove altri seguissero il suo esempio e decidessero di far emergere quell'illegalità che alla fine squalifica il lavoro di tutti."
Facciamoci sentire, ovunque, negli atenei, sulla stampa, in tv, facendo ricorsi alla giustizia amministrativa e denunciando gli illeciti alle procure. Nell'interesse, appunto, di tutti i cittadini. Noi, cara "Io Donna", lo stiamo facendo da tempo con l'azione dell'Associazione, mettendoci a servizio di chi vuole denunciare. Speriamo che l'appello della Sarzanini sia raccolto anche da altri e che inizino finalmente a venir fuori allo scoperto per costruire insieme l'Università che vogliamo.
Leggi l'articolo cartaceo su "Io Donna" (Corriere della Sera) del 2 febbraio 2019
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