L'inchiesta che ha portato all'avviso di reato nei confronti di dieci docenti (rettore compreso), per tentata corruzione e abuso di ufficio, è partita dalla denuncia di un collega dell'associazione "Trasparenza e Merito", il ricercatore e cardiochirurgo Sandro Gelsomino della Maastricht University. Non si tratta affatto di casi isolati ma di una piaga, quella dei concorsi predeterminati e pilotati con l'uso di bandi sartoriali, che coinvolge tutti i settori scientifici di tutti gli atenei italiani, come hanno dimostrato anche altre inchieste delle procure.
L'articolo di Andrea Bulleri su "la Repubblica" (ed. Firenze) del 30 luglio 2020
"C'è una conversazione, tra le tante agli atti dell'inchiesta sul concorso da professore associato di cardiochirurgia a Careggi, che rende l'idea di quale fosse il "clima" intorno al bando per il prestigioso incarico universitario. Un concorso pubblico che i " baroni" avrebbero cucito su misura per il professor Pierluigi Stefano, secondo quanto ricostruito dal sostituto Angela Pietroiusti e dall'aggiunto Luca Tescaroli, tanto da poter preannunciare l'esito della procedura. Uno degli indagati lo ripete più volte: "Non verrai mai chiamato, neanche se tu vincessi".
A parlare è Niccolò Marchionni, direttore del dipartimento cardiovascolare e primario della cardiologia di Careggi, nonché - secondo gli accertamenti degli investigatori - tra gli autori del bando incriminato. Nella stessa stanza c'è Sandro Gelsomino, ex cardiochirurgo a Firenze oggi professore ordinario all'università di Maastricht. Gelsomino, assistito da Niccolò Lombardi, dal cui esposto presero avvio le indagini, era l'unico " avversario" di Stefano nella corsa ad associato. Ma Marchionni già pareva sapere che ad aggiudicarsi il posto non sarebbe stato lui. In 40 minuti di conversazione glielo ripete almeno sei- sette volte: "Sono certo che non vieni chiamato. È una certezza assoluta " . Gelsomino invece è certo di poter prevalere sul rivale: "Che lui vinca la vedo difficile perché si devono inventare qualcosa di molto irregolare". Marchionni insiste: "Se anche tu vincessi non ti chiamano punto e fine, rimani lì". Il tono dello scambio è amichevole, ma il messaggio è chiaro: quel posto non sarà suo, " ne sono no certo, di più". L'altro non ci sta: "Vedremo, io sono un lottatore". "C'è poco da lottare - ribatte Marchionni - se il consiglio di Dipartimento non ti chiama, non ti chiama".
La ragione è semplice: nei confronti di Gelsomino "c'è un clima di sgradimento " , osserva Marchionni. Mentre Stefano, che i due apostrofano con il nomignolo di " Gambadilegno " , " è in qualche modo tutelato dal sistema, che devo fare " , dice Marchionni. Il primario di cardiologia sembrerebbe il primo a nutrire dubbi sul curriculum accademico di Stefano, considerato un'eccellenza in campo chirurgico, al quale il ruolo da associato sarebbe stato promesso già dal 2001, secondo quanto afferma Marchionni. " Se noi andiamo a vedere la produzione di Pierluigi Stefano al 2001 c'ha tre, quattro lavori. Allora bisogna essere tra criminali e rincoglioniti a dire ti faccio professore associato e lui a crederci - dice - Anche a me mi garberebbe essere come Richard Gere, poi la mattina mi guardo allo specchio e dico non ci siamo". Dieci le persone su cui la procura ha chiuso le indagini, contestando a vario titolo i reati di abuso d'ufficio e tentata concussione: tra loro anche il rettore dell'università di Firenze, Luigi Dei. Proprio a Dei è riservato un passaggio della conversazione tra Marchionni e Gelsomino: "Tutte quelle belle cose che diceva il rettore, il merito, dove sono andate a finire?", chiede quest'ultimo. " Se ne fottono - la risposta di Marchionni - Il rettore è il più doroteo dei rettori"."
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