Dopo le parole pesanti dell'articolo sul "Corriere" di Gian Antonio Stella intitolato A Catania l'università ha perso otto anni e il senso della giustizia, dopo quelle ancora più dure del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra "l'ateneo di Catania è stato costretto a riconoscere di essersi comportato mafiosamente con un giovane ricercatore", giunge oggi sull'ormai arcinoto caso di Giambattista Scirè, un comunicato del Viceministro del Miur, con deleghe all'Università, Lorenzo Fioramonti (seguito alla lettera che ha inviato giorni fa al Rettore dell'Ateneo di Catania) che riportiamo:
"In questi giorni si è parlato molto sui giornali di abusi e corruzione nella pubblica amministrazione. Sono pratiche che fanno male alla società e rischiano di pregiudicare la capacità di sviluppo del nostro Paese (…)
A questo proposito, voglio ricordare il caso del Dott. Giambattista Scirè, che ho da subito invitato presso il Ministero e che ritengo esemplare di comportamenti clientelari e corporativi assolutamente imperdonabili. Dopo anni di ricorsi e procedimenti giudiziari, la magistratura ha riconosciuto non solo in via amministrativa, ma anche in via penale, che si è commesso un grave abuso nei confronti del Dott. Scirè da parte della commissione preposta alla valutazione concorsuale presso l'Università di Catania. In una mia lettera diretta al Rettore dell'ateneo catanese, ho sottolineato come sia nostra responsabilità quella di incoraggiare i ricercatori che si battono per una maggiore trasparenza nei procedimenti concorsuali, soprattutto quando lo fanno affrontando rischi personali, finanziari e professionali. Dobbiamo far sentire loro la vicinanza dello Stato e del mondo accademico, proprio perché è nostro comune interesse emarginare chi commette abusi ed investire sempre di più in una ricerca ed in una didattica produttiva ed eccellente.
Mi auguro che il caso del Dott. Scirè, a cui va tutta la mia solidarietà, sia il capitolo finale di un brutto libro. E mi auguro che l'Università di Catania, come tutte le università italiane, valorizzi chi ha il coraggio di denunciare casi di abuso e corruzione, perché così fanno coloro che hanno a cuore il bene dell'università e della ricerca."
Leggi il comunicato pubblicato il 24 maggio 2019 sulla pagina facebook di Fioramonti
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